trasfigurazione della Pietà michelangiolesca: questa donna non anziana, non bella, con il suo manto scuro richiamava la Madonna come Pasolini la immaginava nel suo “Vangelo secondo Matteo” - probabilissimamente la Vergine era molto più simile a quella donna di Pasolini che alle statuine dei nostri santuari - mentre la disperazione dei suoi occhi lasciava immaginare un pianto antico molto diverso dalla bestemmia di Franca Rame nel “Mistero buffo” (Non ricordo il titolo preciso) che impersona Maria sotto la croce…
     Nel quartiere di Mozzo, Bergamo, in cui abito è molto bella l’abitudine di trovarci all’aperto davanti ad una capanna, che è diventata il simbolo della religiosità dei suoi abitanti, per andare incontro al bambino sotto le stelle e per scambiarci dopo la Santa Messa i più simpatici auguri accompagnati da panettoni, vin broulé e cioccolata calda. Che bello sentirsi per un paio d’ore veramente fratelli.
     Il mio augurio è che veramente il Natale non sia quello di guerra di Ungaretti:

Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade

Ho tanta
stanchezza
sulle spalle

Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata

Qui
non si sente
altro
che il caldo buono

Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare

Napoli, il 26 dicembre 1916

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