LA GAMEC IN PERIFERIA?!
                                              di Cristiano Calori

     La recente intervista a Bergamonews dell’ex assessore alla Cultura Enrico Fusi rimette al centro e rende attuale il dibattito sulla questione dell’ex caserma Montelungo, che in precedenza è stato affrontato da queste colonne. Nell’intervista, Enrico Fusi si dimostra scettico per la scelta dell’attuale Amministrazione di sposare il progetto sponsorizzato dall’UBI Banca di riutilizzare gli spazi degli ex Magazzini Generali, in via Rovelli, per farne la nuova sede della GAMeC (Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea).
     La precedente amministrazione Bruni aveva individuato, negli spazi dell’ex caserma, la naturale sede della GAMeC, la quale avrebbe permesso di creare un polo culturale di grande prestigio nel centro cittadino intorno al più importante polmone verde della città.
     Al di là di come la si pensi, sono pienamente d’accordo con Enrico Fusi quando sostiene che il compito della politica sia pianificare il futuro delle città anche in tempi di crisi economiche, le idee ben ponderate e progettate verranno realizzate dalle generazioni successive, quando le condizioni economiche lo permetteranno.
     La scelta di abbandonare il progetto della Montelungo da parte della giunta Tentorio, se da un lato denota tempestiva pragmaticità, non ci sono soldi e la UBI sponsorizza “quel” progetto e non un “altro”, dall’altro dimostra di non avere una visione d’insieme del problema. Anche se in futuro gli spazi della Montelungo fossero destinati ad altro museo, per esempio quello dell’energia, ipotizzato da Giorgio Gori, ultimamente molto interessato alla politica locale e non, certamente privare il centro cittadino di un Museo d’arte Moderna e Contemporanea prestigioso vicino e collegato al gioiello cittadino Accademia Carrara vorrebbe dire indebolire di molto quel polo d’eccellenza culturale che ogni città sogna di avere.
     Dal canto suo, UBI, come qualsiasi altro operatore economico, fa bene nel cercare di portare la sede della GAMeC in una zona che dal punto di vista immobiliare ha poco “appeal”. Si dice da più parti e a ragione che uno dei motori economici dell’Italia, in genere, e di Bergamo, in particolare, sarà la cultura, perché oggi moltissimo turismo si sposta in base all’offerta culturale che una determinata città ha da offrire.
     La frammentazione e la dispersione delle risorse sono da sempre un “tallone d’Achille” dell’Italia, a differenza per esempio della Francia, la quale colloca nei

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