allegri e se queste sono le premesse sarà dura attendersi rivoluzioni copernicane in materia di traffico e mobilità.
     Si andrà insomma avanti viaggiando a vista nella speranza che l’inverno porti con sé abbondanti piogge e nevicate per ripulire l’aria e facilitare l’operato dell’amministrazione la quale, diversamente, sarebbe chiamata a decisioni assai critiche ed impopolari. Chi si sposta in città potrà rendersi conto con i propri occhi quanto sia caotica ed anarchica la circolazione e quanto siano perverse le condotte dei conducenti delle auto. Parcheggi disordinati, auto in sosta provvisoria sui marciapiedi o incastrate in strade-imbuto, veicoli in ogni dove che attentano e disintegrano quel minimo desiderio del povero pedone di deambulare in tranquillità e senza pericoli rappresentano scene di una ordinaria quotidianità che si rinnova da anni.
     La cultura della mobilità è purtroppo ancora un’utopia per una comunità che non riesce ad interrogarsi seriamente sulla necessità di adottare diversi stili di vita, che siano funzionali a salvaguardare la salute pubblica ma che stranamente insiste, con pervicacia quasi sospetta, a rivolgere sforzi e malumori altrove come, per esempio, l’aeroporto che rappresenta anch’esso, quanto a inquinamento, un argomento di discussione molto più gettonato del consuetudinario traffico veicolare che avvelena lentamente e silenziosamente i cittadini, dagli anziani ai bambini, costringendo soprattutto questi ultimi a respirare sostanze tossiche e condannandoli forse ad un futuro di malati asmatici. Il problema, quantomeno ad opinione di chi scrive e per ritornare a dibattere di smog cittadino, non va inquadrato solamente nella classificazione delle auto in funzione della categoria Euro di appartenenza, ma soprattutto nella mancanza pressoché totale di volontà di sottrarre la città, e non solo il centro, ad un traffico tentacolare.
     Limitare gli accessi, quantomeno nelle ore diurne, ai mezzi provenienti dall’esterno e stimolare i cittadini residenti a fruire di un centro godibile allargato e facilmente raggiungibile, sul modello delle moderne città europee, deve poter rappresentare un obiettivo concreto e non solo uno spot elettorale o una esternazione di chi vuole predicare, o peggio, moralizzare l’opinione pubblica.
     Discorrere di rafforzamento del sistema di trasporto pubblico è una logica conseguenza di siffatto ragionamento ed appare una ovvia quanto lapalissiana considerazione che, però, sembra non trovare albergo nelle alte sfere amministrative. L’annunciato “Piano per la qualità dell'aria 2012-2013”,

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