DAL PURGATORIO: "STATE CONTENTI, UMANA GENTE, AL *QUIA*"
                                              di Gaudenzio Rovaris

     Nei versi della “Comedia” di Dante ci sono sempre spunti di riflessione sull’attualità
     “E se licito m'è, o sommo Giove
     che fosti in terra per noi crucifisso,
     son li giusti occhi tuoi rivolti altrove?

     O è preparazion che ne l'abisso
     del tuo consiglio fai per alcun bene
     in tutto de l'accorger nostro scisso?”
     [PURGATORIO VI, 118-123]


     Sono in ritardo con la consegna del pezzo al Direttore; ma in questa ultima settimana l’ho iniziato più volte: la saggezza popolare sembra essere quotidianamente sconvolta ed il povero interprete deve buttare la bozza e ricominciare…
     Avevo cercato di interpretare le idee comuni sulla “gambizzazione” di Genova e sul processo alle nuove Brigate rosse; poi sul momento di un mondo in balia di società di rating e di interessi di grandi flussi di denaro; poi sulla situazione della Grecia; poi del pericolo che si affaccia alla Spagna; poi sul passare sotto silenzio dell’incontro del G8 dove i “grandi” hanno deciso della nostra sorte in uno scenario da favola e in atteggiamenti informali (l’incontro senza cravatta… e il nostro Monti con pullover azzurro e con un volto meno truce del solito); poi sui tecnici – vampiri e sui tecnici nominati a sostegno dei tecnici (ma che tecnici sono allora quelli di prima?) che stanno pensando di tassare il possesso di un cane o di un gatto (in effetti, per molte persone, soprattutto se vecchie e sole, sono da considerarsi un lusso!) e forse anche l’aria che respiriamo; poi sulla tristezza conseguente all’assurda bomba davanti alla scuola di Brindisi ed infine sul terremoto. Forse, se attendessi stasera, ci sarebbe anche da trattare sui risultati dei ballottaggi e sulla frequenza alle urne…
     Credo che ci sia materiale a iosa.
     Invece delle piacevoli albe di questa stagione, una fitta pioggia fa capolino nelle nostre case e persino il cielo sembra piangere delle nostre disgrazie! Torna alla mente la poesia di Pascoli “X Agosto”, dove le stelle cadenti sembrano lacrime del cielo sulla cattiveria umana; oggi la pioggia trasmette in modo più visibile questa sensazione anche se proprio nella gente semplice vedo si un po’ di rassegnazione, ma anche tanta voglia di aiutarsi a vicenda.

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