UN TESORO PREZIOSO TRA LE MURA DI CASA
                                              di Luca Rota

     Custodire una libreria domestica, piccola o grande, è un’abitudine ben più importante di quanto potremmo pensare, come dimostrano anche alcune recenti statistiche...
     Ogni qualvolta una ricerca statistica, che si occupi dell’ambito editoriale e della lettura di libri in Italia, viene resa pubblica, è un po’ come se venisse reso disponibile uno scudiscio con il quale si viene fustigati: una pressoché certa occasione di dolore e di struggimento, per chi ama i libri!
     È inutile rimarcarlo ancora, ormai: la vendita di libri in Italia e la relativa diffusione della lettura rappresentano un tasto dolentissimo nel panorama socioculturale nazionale, che impietosamente quelle statistiche fotografano periodicamente, scatenando (giustamente, sia chiaro) la solita messe di considerazioni e di proposte per pensare e tentare un’inversione di rotta, cosa assolutamente auspicabile, per il bene di tutti e non solo di editori e lettori. È infatti altrettanto inutile rimarcare come niente più dell’opera scritta rappresenta bene il concetto di “cultura”, ovvero come libro sia il mezzo di diffusione culturale per eccellenza, fin dalla sua invenzione: non un oggetto qualsiasi, insomma, ma un potente simbolo di civiltà e urbanità; a dimostrazione di ciò basta infatti constatare i risultati opposti, in sua mancanza...
     Poste tali premesse, proprio quelle statistiche così frequentemente pessimiste sullo stato della lettura dalle nostre parti offrono inaspettatamente pure una potenziale e notevole inversione di rotta, assolutamente considerabile, anche perché alla portata di tutti e, soprattutto, senza che si debba far quasi nulla per metterla in atto!
     Mi spiego: una recente ricerca (è stata pubblicata lo scorso Gennaio), commissionata al Censis dalla Fondazione Marilena Ferrari e intitolata “Il valore del bel libro”, è andata ad indagare il rapporto tra gli italiani e l’oggetto-libro, sia dal punto di vista “estetico”, per così dire, quanto da quello del valore simbolico e culturale di esso. Tra i vari dati, emerge che ben il 65% dei giovani, nella fascia d’età compresa tra i 18 e i 24 anni, desiderano avere in casa libri da esibire e sfogliare, contro una media del 52% del campione complessivo. Ovvero: molti lettori italiani, ancor più se giovani, ambiscono a possedere a casa propria una piccola o grande biblioteca domestica, composta possibilmente da bei libri. Una questione culturale ovvero di identità, come spiega lo stesso Censis: il libro è un oggetto che rappresenta uno “scrigno di sapere”, fruibile ma anche mostrabile, quindi qualcosa la cui proprietà rappresenta un valore aggiunto, più importante rispetto a quella di altri comparabili oggetti possedibili.

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