non avremmo bisogno di manovre strappa lacrime per restare a galla, solo che, presentato così, non si capisce come possa risolvere il problema. Sarebbe diverso obbligare tutti, una volta l’anno, a sostenerlo, farebbe emergere il famoso “nascosto”, che i ricchi sanno ben celare, come le molteplici case intestate, ad esempio, alla moglie di un imprenditore, il quale invece, forse, ne possiede una sola e magari anche piccola… Questo è uno dei classici esempi con il quale si comprende come è facile possedere oltre le proprie entrate e farlo sapere a nessuno.
Secondo il Fisco, dopo aver inserito tutte le voci di spesa suddivise in sette categorie, abitazione, mezzi di trasporto, assicurazioni e contributi, istruzione, attività sportive e ricreative e cura della persona, altre spese significative, investimenti immobiliari e mobiliari netti, viene determinato un reddito “accertabile sinteticamente”, il quale, per essere congruo, non deve superare di un quinto il reddito dichiarato. In sostanza, se si dichiara un reddito di 100.000 euro, il reddito accertabile sinteticamente non deve essere superiore a 120.000 euro, ovvero il reddito dichiarato più il suo 20%. Se lo fosse, scatta l’accertamento e si è obbligati a dimostrare la sostenibilità del proprio tenore di vita.
Noi crediamo che le risorse dello Stato debbano essere spese bene ed il ReddiTest non ha senso per chi non evade le tasse, è per forza di cose coerente, mentre l’evasore di certo “non si dichiara evasore”, a meno che il prossimo passo dell’Agenzia delle Entrate sia proprio quello di rendere questo test obbligatorio per tutti; tuttavia, se un Governo tecnico non è riuscito ad abbassare la soglia delle transazioni finanziarie in contanti ad una cifra antievasione e non crediamo che ci possa riuscire il prossimo Governo politico, come possiamo sperare in una scelta così invasiva ma giustificabile della nostra privacy? Non sarebbe meglio investire queste risorse finanziarie, invece, in un progetto informatico che faccia emergere il possesso di case, barche, aerei, tutto… un enorme database in cui, per ogni singolo cittadino, si sappia che cosa possiede veramente? Oppure una piattaforma informatica che recensisca tutti i beni immobili ed il loro valore catastale, aggiornabile telematicamente, bypassando gli aggiornamenti cartacei da eseguire nei comuni da esseri umani che… possono anche commettere errori? L’assenza di un progetto di questo tipo, ad esempio, è il motivo per cui l’IMU è iniqua, in quanto ci sono case popolari in centri storici di pregio, che sul mercato valgono quattromila, ottomila euro al metro quadro, ma che pagano tasse come un immobile popolare.