idoneità, la coppia ha più di una possibilità. Può decidere di fermarsi e di rassegnarsi e abbandonare, può decidere di lavorare su quello che nel decreto vengono evidenziate come carenze della coppia in quel momento, quindi lavorare su queste cose e poi ripresentare la propria disponibilità. In questo caso, se le cose vanno bene, la coppia di operatori li rivede e si evita di fare tutta quella parte di raccolta delle storie personali , delle storie di coppia e si lavora più sul concreto di quelle che erano state evidenziate come carenze. Può anche presentare ricorso alla Corte d’Appello e valutare se la Corte decide di cambiare l’esito del decreto e quindi da non idoneità ad idoneità.”
È maggiore la percentuale dei successi nella fase della vostra valutazione?
(Episcopo) “Sì, assolutamente sì, è maggiore la percentuale dei successi, anche perché nella nostra modalità di lavoro c’è da confrontarsi molto con la coppia, se riteniamo in quel momento che proseguire porterebbe ad una non idoneità, ragioniamo con loro sul fatto di fermarsi e di lavorare su quelle che noi
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possiamo definire come dei limiti della coppia rispetto al percorso adottivo e devo dire che il più delle volte le coppie sono concordi. Una coppia, nel nostro modo di lavorare, |
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non arriverà mai a leggere una relazione dove c’è un no, così di punto in bianco, ci lavoriamo prima, poi, se la coppia ci dice ‘No, noi vogliamo andare avanti’, siamo trasparenti e dobbiamo, in questo caso, anticipare che la relazione non sarà totalmente positiva.”
“È un elemento davvero importante lavorare sulle motivazioni,” sottolinea Negretto, “e su come la coppia ha elaborato al proprio interno questa motivazione. Quello che dobbiamo avere presente è il bene del bambino che arriverà in questa famiglia.”
Il percorso conoscitivo della famiglia è lo stesso sia nel caso di adozione di un minore in Italia sia in quello di adozione internazionale?
(Negretto) “La maggior parte delle coppie presenta domanda di adozione |
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