SI PUÒ!
ARTE E PAESAGGIO URBANO - Interventi artistici in spazi pubblici

                                              di Cristiano Calori

     L’incontro del 9 Maggio 2013, che ci sarà o che c’è stato, a seconda di quando leggerete questo mio intervento, “ARTE E PAESAGGIO URBANO - Interventi artistici in spazi pubblici”, promosso dalla Biblioteca di Nembro, Bergamo, al quale parteciperanno Francesco Lussana, artista, Silvia Gervasoni, storica dell’arte, Anna Zanga, educatrice GAMeC, Gianluigi Della Valentina, assessore all’Urbanistica del Comune di Nembro, e Luca Rota, scrittore e blogger, mi permette di affrontare un argomento che mi interessa come quello del dialogo tra l’ambiente esistente e interventi architettonici o artistici contemporanei.
     In parte avevo già trattato il tema nel luglio del 2011 con l’articolo dal titolo “Il restyling coraggioso ad opera del Credito Bergamasco” circa la collocazione dell’opera di Ugo Riva fuori dalla sede del Credito Bergamasco. Sebbene non anticipo e non entro nel merito specifico degli interventi oggetto della conferenza di Nembro, la Biblioteca stessa, opera dello studio Archea di Firenze, e l’installazione di Francesco Lussana nel parco di Villa di Serio, l’interessante dibattito promosso offre lo spunto per articolare alcune considerazioni generali.
     Certamente il tema è complesso, ciò non toglie che negli spazi urbani come nella letteratura, nella musica o in qualsiasi ambito delle arti contemporanee, sia saltato il tappo e in genere oggi si possa fare tutto e il contrario di tutto senza un controllo (geniale e profetico come sempre Giorgio Gaber “Si può 2001”).
     Questa presunta (utopistica) libertà ha di fatto abbassato le soglie del controllo da parte di tutti, in primis intellettuali, critici, semplici studiosi, gente comune che, per convenienza, timore della critica, mancanza di strumenti per comprendere, si astengono da qualsiasi giudizio frutto di un ragionamento in nome del “Si può” e “Libertà” di Gaberiana memoria. Dunque, la nostra epoca è sicuramente una tra le più interessanti e ricche di spunti di tutta la storia, chi non riconosce questo è in malafede o male informato, in quanto l’arte riflette la società e gli ultimi cinquant’anni sono stati indubbiamente tra i più ricchi di scoperte scientifiche dell’intera storia dell’umanità.
     È pur vero che parte della cultura contemporanea poggia su un certo “relativismo culturale”, il quale fa del pop-trash-neoconcettualedelnulla uno dei suoi verbi più coniugati e che, come tale, può portare a testimonianze orribili e ridicole; per esempio, basta osservare come le chiese di epoca moderna vengono progettate e decorate; quasi tutto quanto realizzato dopo gli anni trenta sarebbe

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