BERGAMO, GRANDI PASSI VERSO LA CAPITALE DELLA CULTURA
di Pierluigi Piromalli
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Torna attuale, dopo un periodo interlocutorio, la candidatura di Bergamo come Capitale Europea della Cultura per il 2019, obiettivo che, se perseguito, potrebbe risultare vincente per la Città dei Mille in termini di ricaduta turistica e di visibilità internazionale.
L’Amministrazione ha già operato investimenti in promozione e rilancio turistico ed oggi la città è sicuramente più accogliente e ricettiva rispetto al passato, anche se, dalle ultime stime, il comparto alberghiero cittadino, che rappresenta il termometro per tastare il polso dello stato di salute della città, sembra aver accusato una forte frenata, complice una serie di fattori tra i quali la crisi economica.
L’Amministrazione, in attesa che le tenaglie della severa recessione allentino la presa, ha individuato una squadra di lavoro sulla quale punterà per rafforzare la propria candidatura in vista della prestigiosa investitura. Presso Palazzo Frizzoni, sede comunale, si è tenuto recentemente un incontro, durante il quale si è dibattuto del piano di lavoro che il team internazionale individuato dal Comune dovrà osservare per realizzare il dossier completo su Bergamo. All’incontro, al quale hanno preso parte le istituzioni politiche locali e vari membri di organismi cittadini, hanno partecipato i diretti interessati, quali Federica Olivares, Barry Lord e Gail Dexter Lord. Gli ultimi due sono i fondatori e presidenti della Lord Cultural Resources, azienda canadese specializzata nella pianificazione culturale a livello internazionale, mentre Federica Olivares, docente di progettazione culturale alla Cattolica di Milano, fa parte del collegio che sta studiando il rilancio culturale di Milano in vista dell’Expo 2015.
Bergamo sfiderà per la candidatura altre realtà italiane e, dall’affollato gruppo di pretendenti, uscirà la città che si aggiudicherà il titolo di Capitale Europea della Cultura, ruolo ideato nel 1985 allo scopo di avvicinare i popoli europei mediante la valorizzazione della ricchezza culturale condivisa. I reali benefici che ne conseguiranno non dovranno, però, essere valutati solo con l’esclusivo, sebbene importante, metro economico, ma vanno inquadrati soprattutto nello stimolo alla mobilitazione, nel rafforzamento imprescindibile delle reti infrastrutturali e nell’approccio altresì ad una nuova concezione ambientale, che recepisca anche l’idea di una mobilità alternativa e moderna, obiettivi che sono ormai necessari per un mondo in costante evoluzione.
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