Oltre a questi, ci sono almeno altri 1500 additivi alimentari usati nell’industria del cibo, tanto che farne una lista completa e tenerla aggiornata è quasi impossibile; il Ministero della Salute vigila sul settore con apposite leggi, ma non può assicurare che tutto questo non sia dannoso oggi o non lo diventerà dopo 50 anni di continua assunzione! Inoltre, è impossibile testare tutte le possibili combinazioni di additivi e i rispetti dosaggi di assunzione e nulla ci vieta di pensare che un tal additivo, che da solo non è nocivo, non possa diventare tossico se ingerito insieme a qualcosa d’altro. Ancora, se un presunto effetto negativo di un additivo si somma a quello dato da un altro additivo e così via, per un giorno, una settimana, un anno, considerato l’uso massiccio che viene degli stessi fatto da parte dell’industria alimentare, chi ci assicura che siamo davvero esenti da ogni pericolo? Considerate che l’industria del cibo vanta un fatturato da record, già nel 2000 si parlava di 20 miliardi di dollari, e che nei Paesi industrializzati ogni individuo consuma in media in un anno 6-7 kg di additivi alimentari… c’è da farsi venire i brividi!
     Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio e conviene aprire bene gli occhi prima di aprire la bocca. Imparate a leggere le etichette alimentari e al momento di fare la spesa preferite alimenti con un basso contenuto di additivi, usate gli occhi e se un alimento è troppo colorato, troppo appariscente, controllate il prezzo, se è basso l’alimento è stato migliorato con i coloranti artificiali. Preferite i cibi freschi a quelli confezionati o precotti, nei quali l’uso degli additivi è massiccio, riscoprite la cucina tradizionale usando solo materie prime di qualità, risparmiando magari sulla quantità, ma non lesinando sulla genuinità del prodotto. Ne va della nostra salute.
     E poi, proviamo a ridurre il consumo di sale, scopriremo di nuovo il gusto autentico del cibo con lo stesso candore e lo stesso stupore del bimbo che scopre il cibo per la prima volta.

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