BERGAMO - CITTÀ BASSA
Dalla stazione ferroviaria al Sentierone
di Cristina Mascheroni
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Il nostro viaggio alla scoperta della città di Bergamo inizia proprio dalla stazione ferroviaria, rappresentata da un edificio costruito dalla Südbahn, ovvero l’Imperial Regia Privilegiata Società delle ferrovie meridionali, la società per azioni ferroviaria austriaca che fu artefice di numerose linee nell’Italia centro settentrionale durante l’Impero austro-ungarico, nel 1857. Ricordiamo che fu proprio la ferrovia a dare un nuovo impulso alla vita commerciale della città, contribuendo così al lancio dell’economia di Bergamo e al fiorire della propria opulenza economica.
Da questo luogo ha inizio l’asse viario principale di Bergamo bassa, quello che unisce la parte “popolana” della città, rappresentata dai lavoratori, alla parte “nobile”, raffigurata dalla aristocrazia e dal clero. È un lungo rettilineo, a tratti fiancheggiato da alberi, che arriva fino in Città Alta, passando, appunto, da Porta Nuova, per poi proseguire su viale Roma e viale Vittorio Emanuele II, nell’antichità denominato “strada Ferdinandea”; esso apriva un collegamento diretto con il colle di Bergamo Alta e fu realizzato in un ventennio (1837-1857), dopo la visita di Bergamo da parte dell’Imperatore d’Austria Ferdinando, l’imperatrice sua consorte e tutta la loro corte, una visita assai poco confortevole a causa della tortuosità che le strade della città all’epoca avevano e che aveva suscitato il disappunto del reale reggente (ricordiamo che in tal periodo storico la città era sotto il dominio dell’Impero Austriaco).
Ai lati di questo viale possiamo oggi ammirare ville e palazzi novecenteschi, progettati da diversi architetti bergamaschi fra i quali Pino Pizzigoni.
Poco prima di arrivare a Porta Nuova incontriamo, sulla destra, la chiesa di Santa Maria delle Grazie, con annesso l’ex convento fondato nel 1422 dai frati francescani minori osservanti, convento quasi del tutto demolito nel 1856 proprio per favorire il tracciato della via. Questa chiesa è oggi il risultato di una importante ristrutturazione ad opera dell’architetto Antonio Preda, avvenuta nell’ottocento. La chiesa fu nuovamente consacrata nel 1875. La sua forma è a croce greca ed al suo interno possiamo ammirare lo splendore di opere del sette-ottocento, provenienti dalla ex chiesa di Santa Maria di Rosate, in Città Alta, mentre altre opere furono poi traslate e sono oggi custodite in importanti musei cittadini. Del convento, invece, rimane solo un bel chiostro del ’400, aperto ai visitatori ed accessibile dal viale al civico 13.
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