Passando oltre l’incrocio con via Tiraboschi, a sinistra, e via Camozzi, a destra, incontriamo gli imponenti Propilei dorici di Porta Nuova, simbolo consolidato della città bassa, realizzati in stile neoclassico da Ferdinando Crivelli. Questa porta fu aperta nel 1837 e simboleggiava l’ingresso monumentale al centro urbano, allora in formazione, anche se oggi, vista di scorcio, se rapportata alla mole degli edifici ad essa contigui, come la chiesa di Santa Maria delle Grazie, Porta Nuova ha perso molto della propria imponenza. Da notare come la forma della porta anticipi un nuovo ordine urbano: non è rivolta verso l’esterno, come lo erano le porte venete cinquecentesche; pur essendo nata sulla vecchia cinta daziaria, non rappresenta un termine e le colonne doriche definiscono due fronti perfettamente identici su lati opposti, ornando di fatto un passaggio intermedio.
Oltrepassando la porta rappresentata dai Propilei ci si trova in piazza Matteotti e, sullo slargo della piazza a sinistra, possiamo ammirare il Palazzo Frizzoni, attuale sede del Municipio della città, contornato dai monumenti
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dedicati al Partigiano, di Giacomo Manzù, realizzato nel 1977, e quello a Cavour, scolpito da Leopardi Bistolfi nel 1913. Questa piazza, unitamente a quelle vicine Vittorio Veneto e Dante, realizzate fra il 1914 e il 1934 su progetto di Marcello Piacentini, rappresenta il cuore di città bassa.
Palazzo Frizzoni fu progettato ed iniziato nel 1825, su richiesta della famiglia Frizzoni, industriali svizzeri della seta; i lavori per la propria costruzione durarono quindici anni, terminando nel 1840, mentre gli interni furono poi completati in periodi successivi. L’edificio, come si legge sulla lapide posta all’inizio dello scalone principale d’ingresso del palazzo, fu lasciato al Comune di Bergamo dall’ingegner Enrico Frizzoni nel 1927, tramite lascito testamentario e |
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