evolversi e crescere significa anche osservare ed armonizzare le proprie paure tramite l'intelletto, perché ciò che uccide non è la paura in sé, ma la paura di avere paura, crescere, confrontarsi, scontrarsi, alzarsi e riprendersi, è il vero percorso che questo libro ci insegna. Perfino quando Leo riesce a manifestare a Beatrice ciò che prova per lei, raccontandole del suo amore, aprendosi senza timore di cadere, fino a quando Beatrice muore lasciando un vuoto dentro di lui, ma un vuoto che fa parte di una crescita personale e, in un certo senso, spirituale, lasciando inquietudine e sofferenza, ma anche la sensazione di aver vissuto qualcosa di straordinario.
Proprio attraverso questa crescita, Leo si scopre capace di sensazioni che non avrebbe mai creduto possibili, si accorge che accanto a lui vi è a sostenerlo la sua più grande amica, che fino ad allora si era mantenuta in disparte, ma che solo ora riesce a vedere con occhi diversi, occhi che non sono più solo quelli dell'amicizia…
Leo sa che se non fosse stato per Beatrice ora non saprebbe vedere il bene che lo circonda e non riuscirebbe ad apprezzare ciò che ha, Silvia; la sua più grande amica sta diventando qualcosa di più importante per lui e questo lo ha imparato attraverso la vita che Beatrice gli ha insegnato a guardare con occhi diversi.
Questo libro mi ha fatto pensare che dovremmo imparare a non disprezzare mai il poco, il meno, il non abbastanza, l'umile, il non visto, il fioco, il silenzioso, perché quando saranno passati amori, battaglie, malattie, nell'ultimo camminare nella spoglia stanza, non resteranno il fuoco, il sublime, il trionfo e la fanfara… ma braci, un sorso d'acqua, una parola sussurrata, una nota, il poco, il meno e il non abbastanza!
A tutti voi amanti dell'introspezione emotiva auguro buona lettura!
Siria Fado