Piccola Orchestra Karasciò: come è nato il vostro nome?
     (Paolo) “Piccola Orchestra perché siamo sempre stati un gruppo abbastanza numeroso e suoniamo un discreto numero di strumenti, soprattutto acustici, quali mandolino, fisarmonica, lap steel, chitarra classica, chitarra acustica. Karasciò invece deriva dal film Arancia Meccanica, di Stanley Kubrick, in cui Alex, il protagonista, per dimostrare il proprio entusiasmo pronuncia appunto la parola karasciò, che è un termine russo che significa ‘molto bene’.”
     Come descrivereste la vostra musica?
     (Fabio) “Abbiamo ‘creato’, anche se non l'abbiamo realizzata noi, questa etichetta del folk cantautorale in quanto la nostra musica racchiude entrambe queste due anime. Cantautorale per quanto riguarda i testi, che si rifanno un po'

alla tradizione dei cantautori italiani, mentre la musica ha più caratteristiche folk, più ballabile, anche se ultimamente la vena cantautorale è diventata predominante.”
     Come nascono i vostri testi?
     (Paolo) “I testi nascono prima con la linea melodica e il testo scritto, voce-chitarra, come le canzoni ‘da spiaggia’, poi vengono
portati in saletta e, visto che siamo in sette, ognuno ci costruisce sopra con il proprio strumento quella che sarà la veste del pezzo, ovvero l'armonia. Fabio è colui che si occupa principalmente degli arrangiamenti, ma poi tutti insieme partecipiamo a dare al pezzo la veste definitiva.”
     Siete d'accordo con chi vi definisce “socialmente impegnati”?
     (Paolo) “È una bella definizione, sicuramente molto impegnativa! Però direi proprio di sì ed il riconoscimento che abbiamo ricevuto con il Premio Amnesty International grazie a ‘Beshir’ era proprio per un pezzo socialmente impegnato.”
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