adattandosi anche ai freddi inverni del nord Italia.
     Quando parliamo del suo delizioso frutto, spesso sbagliamo perché diciamo: “vorrei un caco maturo”. In realtà, la parola esiste solo al plurale, cachi, e rappresenta un italianizzazione del giapponese “kaki”. Il corretto nome botanico è invece “Diospyros kaki”, che significa “frumento degli dei”, un chiaro riferimento alle sue eccellenti virtù che ora vedremo insieme. Gli altri nomi attribuiti a questo frutto sono “mela d’Oriente” o “Loto del Giappone”. Nel dialetto napoletano, invece, il frutto del cachi viene chiamato “Legnasanta”, in quanto in taluni casi sembra che sia possibile vedere nel frutto maturo, una volta aperto, una caratteristica immagine del Cristo in croce.
     Come dicevamo, è un frutto buonissimo anche se, ahimè, stagionale, in quanto arriva sulle tavole solo fra ottobre e dicembre. I frutti vengono raccolti ancora acerbi e messi ad “ammezzare” (maturare) fino al punto giusto, cioè quando la polpa è così morbida che può essere gustata con un cucchiaino. La sgradevole sensazione sul palato e sulla lingua che il cachi a volte lascia (si dice spesso ‘mi ha legato la lingua’) è causata dai tannini presenti nel frutto non ancora ben maturo; la loro maturazione, lontano dalla pianta ed in un luogo asciutto e poco luminoso, possibilmente vicino ad una mela che ne accelera il processo, riduce proprio la concentrazione di tannini aumentandone il contenuto zuccherino. Quando la pelle del frutto tende a rompersi da sola, la consistenza della polpa è gelatinosa e morbida al tatto, il frutto è pronto per essere gustato.
     Esistono due grandi famiglie di questa pianta, i cachi a polpa dura, conosciuti come “Persimon” o “cachi vaniglia della Campania”, e i cachi a polpa morbida e gelatinosa, denominati “Loto di Romagna”. I primi hanno la polpa soda e dura, da tagliare con il coltello, vengono acquistati già pronti per il consumo e vanno conservati in frigorifero, perché durano al massimo 2-3 giorni; i secondi, invece, sono i più amati e la loro maturazione avviene più lentamente.
     In Italia vengono coltivati anche il Fuyu, il Kawabata e il Suruga e le principali regioni di produzione sono la Campania, specialmente la zona del napoletano, la Romagna e la Sicilia.
     Soffice, carnoso e dolcissimo, il frutto del cachi simboleggia l’autunno, la stagione “di mezzo”, responsabile dei cali di energia, spossatezza e stress psicofisico.
     Il cachi è un frutto molto energetico ed è prezioso per chi necessita di un recupero veloce, come dopo una malattia o convalescenza. È ricchissimo di potassio, ma anche altri sali minerali, quali magnesio, fosforo, calcio e sodio. Ha

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