Avevamo iniziato l'anno con un obiettivo: chiarire come sono utilizzati i proventi delle violazioni al codice della strada dal Comune di Bergamo. Nel numero di gennaio 2005 di Infobergamo.it, infatti, avevamo verificato cosa prevede l'articolo 208 del Codice della Strada, il quale stabilisce come distribuire il ricavato delle multe, ed avevamo cercato, senza successo, di scoprire quali atti concreti il nostro Comune avesse realizzato con quelle somme. L'articolo 208, al riguardo, prevede una ampio raggio di interventi: stabilisce (al comma 1) che, qualora le violazioni siano registrate da funzionari, agenti ed ufficiali di regioni, province e comuni, i proventi vengano destinati a questi stessi enti e devoluti (come specifica il comma 4) al "miglioramento della circolazione sulle strade", "alla fornitura di mezzi tecnici necessari per i servizi di polizia stradale", "alla realizzazione di interventi a favore della mobilità ciclistica", "a corsi didattici finalizzati all'educazione stradale", "al potenziamento e miglioramento della segnaletica stradale" e, in misura non inferiore al 10%, ad "interventi per la sicurezza stradale a tutela degli utenti deboli", come pedoni, bambini, disabili, anziani. Lascia, tuttavia, agli stessi enti la determinazione delle quote destinate alle suddette finalità. Sono tenuti, però, ad "iscrivere nel loro bilancio annuale apposito capitolo di entrata e di uscita dei proventi", fornendo al ministero dei Lavori Pubblici il rendiconto finale delle entrate e delle spese, come prevede l'articolo 393 del D.P.R. 495/92, che si occupa del regolamento di attuazione dell'articolo 208; è proprio da questo "capitolo" che siamo incuriositi, solleticati anche da un'autorevole "campana", quella del direttore del mensile "Quattroruote", Mauro Todeschini, che sostiene che "i Comuni si facciano un baffo" di tutto ciò, lasciando che il ricavato delle multe finisca nelle voragini delle amministrazioni locali.
A gennaio, nonostante numerose telefonate e richieste insistenti, non eravamo riusciti ad ottenere alcuna risposta dal Comune. Non abbiamo abbandonato la ricerca e, armati di pazienza, richiamiamo l'Ufficio Affari Generali, il punto di partenza della nostra ultima e sfortunata "indagine". Questa volta non interrompono la comunicazione e ci ascoltano, indirizzandoci all'Ufficio del responsabile della Direzione Amministrativa, Lorenzo Mapelli. La prima volta riusciamo a parlare solo con il suo segretario: sbrigativo, ci comunica che sta a discrezione di Mapelli metterci a conoscenza o meno dei dati. Gli facciamo notare che questi dovrebbero essere pubblici, disponibili per qualunque cittadino