sua teoria non mancano, a cominciare dal fatto che, paradossalmente, non esistono prove certe, fonti verificabili che la Sfinge sia la rappresentazione di Chefren; inoltre questa è posizionata, come abbiamo visto nell'articolo dello scorso mese , ad Est, collegata virtualmente alla piramide di Cheope e sembra che prima del regno di Djedefre non si trovi traccia della sfinge in nessuna iscrizione o stele. La corrispondenza del volto della sfinge con quello di Cheope sembra un'ipotesi avvallata dagli scritti che riportano il desiderio di Djedefre di perpetrare il potere del padre anche dopo la sua morte. Dobrev spiega come la traduzione del nome Djedefre equivalga a "Colui che supporta Ra", ovvero il dio sole: essendo quindi Djedefre, a suo dire, il figlio di una divinità, appare chiara la necessità di divinizzare Cheope, suo padre, attribuendogli le qualità legate al sole, divinità sulla quale si fonda l'intero culto delle dinastie egizie; Djedefre è di fatto il primo faraone a far comparire il nome "Ra" nel suo cartiglio, che è così composto: Djed-ef-Re e questo lo lega sia al nome originario della sfinge che a quello della piramide del padre. Il primo è Hor-em Akhet , ovvero "Horus all'Orizzonte" ed è quello della Sfinge che infatti, come sappiamo, si colloca allineata all'est. Il secondo è Khufu-Aket , "l'orizzonte di Cheope" ed è quello attribuito alla grande piramide che si trova come abbiamo detto, in linea con la Sfinge.
Bene amici, aggrappatevi alle poltrone perché questa rubrica si occupa di misteri e per la conclusione di questo nostro appuntamento mensile, quello che vado a presentarvi lo è davvero! Per questa seconda parte sconfineremo in un territorio definibile "di confine", quello dell'archeologia non ufficiale, altrimenti nota come "eretica". Prima di proseguire è doveroso sottolineare che questo ramo dell'archeologia non è di certo battuto da cialtroni o "falsari" di prove, ma semplicemente prende in considerazione tracce e messaggi spesso sottovalutati o ignorati dalla scienza ufficiale e non di meno, è soggetto a correzioni, revisioni e censure, tanto quanto il suo gemello accreditato. Rimanendo aderenti alle ultime spiegazioni fornite in merito al "senso" della Sfinge come "orizzonte solare", sottolineiamo ancora una volta il fatto che essa sia disposta ad est, con il volto in direzione del sorgere del sole, come se si trattasse di un garante, un custode della sempiterna armonia e dell'ordine ciclico che caratterizza il culto e la vita dell'intera civiltà egizia.
Dunque su questa base alcuni egittologi affermati, tra cui Mohammed Nazmi, hanno ipotizzato che tra le sabbie di un Egitto che tiene ancora ben nascosto circa il 70% dei monumenti e dei reperti della civiltà che ne ha solcato il suolo,