e che nó g'è érba che nó la gh'àbe la so 'irtü [non c'è erba che non abbia la sua virtù], i nostri vecchi, nella malattia, facevano ricorso a tutti quei rimedi naturali imparati dall'esperienza o che erano stati tramandati dagli antenati. Erano trattamenti, cure, modi di usare le varie erbe che normalmente avevano un buon effetto e una buona efficacia (spesso dimostrata anche dalla moderna medicina), o che perlomeno erano innocui, ma che talvolta, purtroppo, potevano anche provocare danni gravi o addirittura irreparabili come il classico quadrèl scoldàt söl föch [mattone scaldato sul fuoco] o la borsa d'acqua bollente su un'appendicite infiammata.
     Mi permetto di scegliere quelli che mi sono sembrati più originali e che mi aveva raccontato anche mia nonna:

Mal de co [Mal di testa]
- Se c'è febbre: impacchi d'acqua fredda.
- Se non c'è febbre: impacchi d'acqua e aceto.

Mal de dècc [Mal di denti]
- Applicare sulla guancia una manciata della segonda rösca del sambüch [la pellicina tra la corteccia e il tronco del sambuco].
- Se il dente è cariato: mettere nel foro un granello di sale, oppure ü ciodèl de garòfò [un chiodo di garofano].

Mal de orége [Mal d'orecchi]
- Sulla fiammella di una candela, in un cucchiaio pieno d'olio, scaldare il cuore d'ü cò de ai [un bulbo d'aglio], avvolgerlo in un po' di bombasì [cotone], o in una garza e metterlo nell'orecchio dolorante. [...]

Févra [Febbre alta dei bambini]
- In un catino versare acqua molto calda e un po' di aceto di vino, immergere le manine e i piedini del bambino e sulla fronte tenergli un fazzoletto precedentemente imbevuto nella stessa acqua e strizzato.
- In un ambiente molto caldo avvolgere il bambino nudo in un lenzuolo precedentemente immerso in acqua gelida e strizzato.

Smargot [Catarro]
- Ingoiare una rana viva. Prendere tra il pollice e l'indice una rana viva