problema di questi beni "orfani" sarà creata dai produttori un'idonea garanzia finanziaria sul prodotto nuovo commercializzato, ma non ne sono ancora stati studiati i dettagli. L'apposizione del marchio sul prodotto dovrebbe facilitare anche il recupero dei beni commercializzati tramite Internet, che dovranno essere anch'essi ritirati dai produttori. Dell Computer, che commercializza quasi interamente via Internet la sua gamma di prodotti, già si occupa di ritiro, riciclo e smaltimento dei suoi prodotti , senza aggravio di costi ai consumatori.
Già, i costi. tasto dolente per i produttori. Per ammortizzare gli stessi, il Decreto legislativo impone ai produttori di procedere al ritiro dei beni tramite un meccanismo consortile fra Aziende, lasciando massima libertà sui segmenti professionali d'aggregazione. In questi mesi, stanno già nascendo consorzi fra Imprese quali ANIE (Federazione Nazionale Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche) del quale fa parte Olidata e IBM, oppure il Consorzio Ecoqual' It, un sistema consortile di gestione dei rifiuti elettronici a cui hanno aderito, per esempio, Brother, Canon Italia, CDC, CDF, Epson Italia, Fujitsu Italia, Lanier italia, Nec Computers Italia, Olivetti, Packard Bell, Toshiba Europa ed altre. In questi giorni, Ecoqual' It ha lanciato il progetto-pilota EcoR' It, che si propone di raccogliere in undici province del Lazio, Lombardia, Sicilia e Toscana, oltre 400 tonnellate di materiale, con un investimento iniziale pari a 300 mila Euro.
Attualmente, il decreto legislativo che recepisce le direttive UE in vigore (ripetiamo: 2002/96/CE, 2002/95/CE e 2003/108/CE ) è stato approvato dal Consiglio dei Ministri in data 13 maggio 2005 ed attende di essere vagliato dalla Conferenza Stato-Regioni e dalle Commissioni Parlamentari, entro il 13 agosto 2005. L'unica difficoltà all'attuazione dello stesso è rappresentata dai punti critici evidenziati dai produttori, che sono i seguenti. Il primo, assicurare una raccolta uniforme di RAEE sul territorio nazionale: raccogliere dalle piazzole rifiuti elettronici nell'hinterland milanese non è lo stesso che a Lampedusa, dove le piazzole sono meno frequenti, così come è diverso il costo di smaltimento di una Cpu da un monitor Crt. Se il meccanismo di raccolta funziona in base al peso, c'è il rischio che si crei concorrenza fra i sistemi consortili di raccolta e ne derivi una corsa al "rifiuto facile e poco oneroso". Bisognerebbe quindi creare un Ente Autonomo di Controllo, che faccia capo ai Ministeri dell' Ambiente, delle Attività Produttive e della Sanità, e che avrà il compito di tenere un registro dei produttori, al quale sarà obbligatorio iscriversi, e che conterrà l'identificazione per ogni Società delle spese sostenute ogni anno per lo smaltimento e il riciclaggio dei RAEE.