ruote alte o ruote basse, ci sono fondamentalmente due tipi di scooter: quello più comodo con posizione di guida più customizzata e quello più sportivo dalla posizione di guida più motociclistica. Uno nato più per viaggiare e l’altro più per divertirsi nella guida. A voi la scelta.
     Veniamo ora alla classe 150. Possiamo dire che per tradizione storica tale cilindrata è un asse portante nella visione complessiva di insieme del mondo degli scooter. Qui, come precedentemente accennato, finalmente si ha il via libera anche alle tangenziali ed autostrade godendo piena libertà di scelta dell’itinerario e riuscendo così ad evitare i centri cittadini nelle ore più congestionate dal traffico nella prima ipotesi e potendo poi nei fine settimana, se adeguatamente attrezzati, anche avventurarsi in qualche viaggio sfruttando le arterie a più alto scorrimento con l’ulteriore vantaggio poi dell’introduzione, da qualche tempo, anche del telepass per i motocicli ai caselli autostradali. Personalmente considero questa categoria una scelta furba, in quanto essendo nella maggior parte dei casi dei 125 maggiorati nella cubatura, ma con la stessa struttura telaistica di base, gode di quel quid di potenza in più che rende il mezzo svelto nel traffico cittadino e maneggevole, ma con una riserva di potenza in più che fuori città permette di fare la differenza. Il tutto poi viene commercializzato a prezzi di poco superiori se non identici a quelli dei fratellini di minor cilindrata, con il vantaggio di poter beneficiare di un premio assicurativo inferiore, in quanto veicoli guidabili solo da maggiorenni, nonché con costi di esercizio ancora del tutto utilitaristici. Ultimamente poi si sta ravvisando la volontà di alcune case costruttrici di spostare questo segmento verso la soglia dei 200 centimetri cubici, così da meglio differenziarli dai più piccoli 125 e nel contempo avere tra le mani allo stesso prezzo un mezzo ancora più maturo, forse anche in previsione delle nuove e più severe normative antinquinamento EURO 3, affinché non vengano penalizzate ulteriormente le prestazioni.
     Passiamo ora alla categoria 250. Ciò che una volta era il limite massimo di cilindrata per gli scooter oggi identifica i parenti stretti di quelli al top (spesso cambia solo la cubatura del motore). Questo è considerato da tutti il vero baricentro della categoria e notiamo anche come le vendite, in continua ascesa, lo confermino, complice poi il fatto di aver offerto una ampissima scelta di modelli, dall’utilitaristico allo sportivo, dal compatto al più motociclistico ruote alte nonché alle versioni particolari di soluzione intermedia, come per esempio il Versity della YAMAHA che dopo una tiepida accoglienza da parte del pubblico, oggi, riposizionato nel prezzo e rivisto in alcuni particolari, è un vero best-seller.

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