con un preciso protocollo. Infatti, come ci spiega la dottoressa D 'Oria, non tutte le donne possono accedervi, ma solo quelle che hanno avuto una gravidanza fisiologica ed al momento del ricovero in ospedale non hanno fattori di rischio, come diabete ed ipertensione. "Questo perché il parto in acqua non prevede un'assistenza invasiva: si osserva la donna, il monitoraggio è intermittente, non continuo. Quando la donna è in travaglio, prima di accedere alla vasca, si verificano le sue condizioni al momento e si effettua una osservazione del feto: se tutti i parametri sono positivi, si procede con il parto in acqua. Se le condizioni dovessero cambiare durante il travaglio, la donna viene tolta dall'acqua." Sia in gravidanza sia in travaglio devono esserci, quindi, delle condizioni di fisiologia.
     L'assistenza in vasca è "personalizzata": c'è sempre un'ostetrica, il monitoraggio è intermittente, il compagno può starle accanto. "Sono tutti fattori


che aiutano moltissimo la donna, che si sente in una condizione di sicurezza". Lo conferma anche una neo-mamma raggiunta telefonicamente che ha deciso di raccontarci la sua esperienza, Elena Zanetti: "Inizialmente ero titubante," ci confessa, "ma poi mi sono trovata benissimo: avere l'ostetrica sempre presente mi dava grande sicurezza, mi rilassava
addirittura, visto che con lei ho parlato tranquillamente. Non avere il monitoraggio sempre attaccato, tranne che nell'ultimo periodo di espulsione, mi ha dato meno fastidio." La situazione che si crea con il parto in acqua è particolare: "La vasca crea una situazione di confine, che aiuta molto la donna a concentrarsi su se stessa e su quello che le sta succedendo", dice la dottoressa D 'Oria. "Durante il monitoraggio la paziente ha il tempo di ambientarsi. L'acqua, mantenuta alla temperatura costante di 37 gradi, e la penombra aiutano a creare una condizione accogliente". Un ambiente più intimo, che isola, come sottolinea la stessa Zanetti , a cui si aggiungono i benefici dell'acqua. "Il primo effetto riguarda la sensazione del dolore: si ha una riduzione della percezione dello stesso, non perché l'acqua influisca direttamente, ma perché le sensazioni benefiche che l'acqua trasmette creano delle interferenze alle sensazioni
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