dolorifiche. È come se i canali del dolore venissero interrotti ogni tanto da queste afferenze nervose positive." Queste sensazioni benefiche date dall'acqua stimolano la produzione di endorfine, ormoni "buoni" che, a loro volta, favoriscono la produzione di ossitocina, l'ormone che attiva l'attività contrattile, e diminuiscono la produzione di adrenalina, l'ormone dello stress. "Insomma", continua entusiasta D'Oria, "si producono sostanze a favore del travaglio, mentre diminuiscono quelle che potrebbero creare uno stress materno e fetale. Un'altra conseguenza di ciò che ho spiegato è che i periodi dilatanti diventano più brevi. Questo è il secondo effetto dell'acqua. Il terzo, invece, riguarda l'azione rilassante che essa ha sul tono muscolare: distende non solo i muscoli volontari, ma anche quelli involontari. Infine, l'acqua dà una spinta dal basso verso l'alto, rendendo la donna, immersa fino al seno, più leggera. La donna gravida ha un certo peso e gli spostamenti per lei non sono facili: può restare in alcune posizioni solo per poco tempo. In acqua, invece, può assumere per lungo tempo delle posizioni che, altrimenti, riuscirebbe a gestire per pochi minuti."
"Poter cambiare posizione a piacere e con facilità è un enorme vantaggio" conferma Elena Zanetti. "Io mi sentivo più leggera e libera. La vasca è abbastanza grande, così mi sono spostata diverse volte, anche aggrappandomi al corrimano di cui è dotata". Con molta chiarezza la dottoressa precisa che "questi quattro effetti cooperano per il risultato: nessuno è privilegiato rispetto agli altri."
Nonostante i vantaggi che sembra avere rispetto al parto normale, quello in acqua è meno diffuso. D'Oria è d'accordo: "Il parto in acqua nasce soprattutto in Inghilterra. Si è poi diffuso nei paesi anglosassoni e adesso tutte le sale parto inglesi hanno una vasca. Noi veniamo da un parto sul lettino d'ospedale, medicalizzato. Il parto in acqua non vuole essere un business, ma un modo per rimettere la donna in una circostanza di parto naturale. Renderlo sicuro e naturale è la cosa più bella che possiamo fare", afferma con un sorriso. "L'Istituto superiore di Sanità dà come obiettivo che il parto sia naturale: noi andiamo in questa direzione, rendendo più sopportabile alla donna questo evento, dandole forza e sicurezza, ma senza interferire. Per sintetizzare con una formula, potrei dire che l'obiettivo è naturalezza nella sicurezza." Per raggiungere un risultato simile è necessario anche che gli operatori siano competenti, si informino e tengano conto della loro esperienza. Con decisione, la dottoressa afferma che "non basta una vasca per fare il parto in acqua" e ci racconta l'esperienza della sua equipe. " Noi abbiamo preso il nostro protocollo