Il sole è utile anche nella cura della vitiligine, una malattia che causa un'alterata pigmentazione della pelle caratterizzata da ampie macchie bianche; è risaputo che esso stimola la produzione della melanina. L'acne, in quanto i raggi solari hanno proprietà antimicotiche ed antibatteriche; il diabete, dato che stimolano la produzione di insulina contribuendo così a far scendere il livello di glucosio nel sangue; i disturbi circolatori visto che una passeggiata sulla sabbia calda, in riva al mare o sulle rocce, migliora la circolazione sanguigna e fa bene ai piedi ed alle gambe.
Tutto bene allora, il sole come un allegro medico panacea di ogni malattia? Purtroppo no, ci sono anche molte controindicazioni, il suo utilizzo deve essere moderato e seguire delle regole molto rigide, soprattutto negli ultimi anni durante i quali, causa il tanto discusso buco nell'ozono, la sua azione sulla Terra si è fatta più aggressiva. Innanzi tutto, l'elioterapia è sconsigliata a chi soffre di ipertiroidismo, perché gli ultravioletti stimolano indirettamente tutte le ghiandole a secrezione interna a produrre ormoni che possono causare tachicardia e svenimento. Attenzione anche se si soffre di gravi disturbi circolatori o ai capillari, in quanto il riscaldamento dato dagli infrarossi provoca un'eccessiva vasodilatazione che aggrava un già compromesso stato varicoso. Infine, un'eccessiva esposizione solare può causare crampi, sensazione di svenimento causata dal più comunemente conosciuto "colpo di calore" e infine irritazione agli occhi.
Gli effetti cutanei del sole si manifestano, invece, inizialmente con un eritema acuto che compare, se ci si espone al sole con protezione alcuna, solitamente dopo 20 minuti dall'inizio dell'esposizione: se si persevera, l'eritema diventa cronico, causando un avvizzimento della pelle che a lungo termine può favorire l'insorgere di locali tumori cutanei. L'effetto più evidente sulla cute dato dai raggi luminosi è la melogenesi, ovvero l'abbronzatura: si tratta di un meccanismo di difesa della pelle che, oltre ad ispessirsi per rendere più difficoltosa la penetrazione dei raggi al di sotto del derma, a causa di un accelerato ricambio delle cellule che producono cheratina (fenomeno conosciuto come ipercheratosi epidermica), produce anche una sorta di filtro naturale, l'acido urocanico, una sostanza veicolata dal sudore, capace di assorbire la quasi totalità dei raggi UVA. Quindi un abbronzatura corretta, uniforme e diffusa si ottiene grazie a tre fenomeni: corretta stimolazione melaninica, ipercheratosi pronta ed efficace, filtri naturali in abbondanza.