monumenti, altro non sia che la rappresentazione in scala della Terra. della Via Lattea. Ipotesi impossibile e a tratti ridicola? Forse sì, ma sta di fatto che così come ad oggi non è stato possibile trovare dati di conferma, altrettanto vero è che non sono mai state smentite con prove tangibili. Continuiamo a battere questa strada, del resto il nostro è un salotto in cui si parla di misteri.
     Atlantide ed Egitto: un legame possibile. Come promesso, eccoci arrivati a parlare delle possibili origini atlantidee dell'Egitto. Su Atlantide, a partire dal Timeo e dal Crizia di Platone, sono stati scritti più di 12.000 testi, molti dei quali davvero sensazionali ed attendibili. Uno dei più affascinanti ed interessanti, secondo me, è "Il grande cataclisma" di Albert Slosman, professore di matematica e analista informatico che tra il '73 ed il '75 collaborò con la NASA per il lancio della sonda PIONEER su Giove. Il testo di Slosman parla del disastro che provocò l'inabissamento di Atlantide e dell'esodo dei suoi abitanti verso colonie già esistenti. Studi e ricerche sul campo supportano il tutto ed hanno permesso all'autore di identificare due "punti caldi": Abydos e Dendera, nel Sud del Nilo. Quest'ultima suscita maggior interesse, in quanto è proprio lo "Zodiaco di Dendera" giunto a Parigi nel 1822 e conservato al Louvre ad essere un repertorio di importanza incredibile: a quanto pare indica la data del cataclisma che distrusse Atlantide, inquadrandolo nel 9.792 a .C., circa 12.000 anni fa.
     Secondo Slosman la catastrofe che fece scomparire la mitica città, venne causato da un "oggetto caduto dal cielo" e del cui arrivo rimangono tracce nei fori della Fossa di Portorico. L'impatto sarebbe stato talmente violento da attivare i vulcani della "cintura di fuoco" dell'Atlantide, che con le loro eruzioni avrebbero sommerso Atlantide di lava. Lo "Zodiaco di Dendera" è precedente alla catastrofe ed avrebbe quindi permesso agli atlantidei di conoscerne l'arrivo in anticipo e di preparasi così alla fuga, scappando via mare con imbarcazioni pressoché inaffondabili, note come Mandjit e che successivamente gli egizi utilizzeranno come barche sacre per il trasporto dei defunti. Sembra inoltre che il gruppo consistente di profughi si fosse diretto verso est ed avesse a capo tre personaggi di grande importanza: Usir, Iset e Hor. Osiride, Iside ed Horus, divinità creatrici della civiltà egizia e del valore divino dei faraoni. Tutta questa epopea non è il frutto di fantasiose elucubrazioni mentali dell'autore, bensì è descritta nel "Libro dei Morti"; questo antichissimo testo aveva per gli egizi lo stesso valore che per i cristiani rappresenta la Bibbia. Viene collocato in un periodo indefinito, ma sicuramente precedente alla nascita dell'impero egizio e secondo l'egittologia ufficiale è una sorta di "manuale per il corretto viaggio dell'anima verso l'aldilà".

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