LE ALCHIMIE DI SANTA MARIA MAGGIORE

     Concludiamo i nostri viaggi nel mistero questo mese, ma a differenza dei precedenti, non voleremo verso mete calde quali l'Egitto o il Sudamerica (anche se il clima di questi giorni certo ci invoglia). Rimarremo sulla soglia di casa nostra e. in omaggio alla bellissima città della quale il nostro mensile racconta, andremo alla scoperta di un misterioso luogo proprio davanti ai nostri occhi, simbolo di Città Alta: la basilica di Santa Maria Maggiore.
     Mentre dall'esterno la chiesa è di una semplicità quasi estrema, all'interno notiamo molti particolari interessanti, insoliti e poco attinenti ai classici canoni adottati per la costruzione di una chiesa. La sua edificazione iniziò nel 1157, sulle rovine di un precedente luogo di culto dedicato alla Vergine Maria, datato VII-VIII secolo, per terminare finalmente , dopo circa cinquecento anni di lavori per la sistemazione definitiva e l'arricchimento interno, tra il 1693 e il 1694. Avvicinandoci, ci incuriosisce un particolare insolito per una chiesa: la mancanza di una vera e propria facciata. Il portone di accesso svetta maestoso fra le colonne della basilica, sostenendo una facciata... che apparentemente non c'è!

     Entrando, poi, la nostra attenzione viene richiamata da molti dettagli curiosi: la pianta a croce greca della chiesa, piuttosto insolita per i tempi, il bellissimo pavimento rivestito a scacchi bianchi e neri, anche questo abbastanza insolito, e la disposizione della basilica sull'asse nord-sud della città, messa in maniera tale che chi entra in chiesa non si trova subito l'altare di fronte, così come avviene negli altri luoghi di culto, bensì alla sua sinistra (se si entra a nord da Piazza Vecchia)!
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