interpretazione hollywoodiana dell’omonima opera di Shakespeare con un cast d’eccezione quale Al Pacino, Joseph Fiennes e Jeremy Irons. Inutile dire che il pubblico ha seguito estasiato per oltre due ore e mezzo la pellicola, che rispecchia in pieno i canoni del cinema d’Arte per la ricostruzione storica della storia e dei costumi dell’epoca.
Giovedì 28 giugno altro momento importante. Il cielo stellato di Bergamo ha fatto da corollario alla proiezione del Film vincitore del Grand Prize al “25^ Festival International du Film sur l’Art de Montreal”: "Car Men", regia di Boris Paval Conen e Jorì Kyliàn (Olanda). Film in bianco e nero, privo di dialoghi, dove l’espressività dei visi e dei corpi degli attori ci hanno fatto rivivere le emozioni dell’opera di Bizet. Il “Cinema d’Arte del Mondo” è il nome di questa sezione del Festival che rappresenta l’inizio di una collaborazione fra il Festival Internazione del Cinema d’Arte di Bergamo con il Festival International du Film sur l’Art di Montreal, che ci auspichiamo possa continuare anche l’anno prossimo con altre iniziative belle come questa. La serata è continuata con la proiezione di altre otto pellicole in concorso, fra le quali ricordiamo "Il Luogo, La Memoria" di Vittorio Nevano (Italia), un racconto di vita fatto dallo scrittore Andrea Camilleri, e "Kill the Alphabet" di Wayne C. Paris (Austrialia), curiosa pellicola narrata in prima persona da uno scrittore che, vedendosi rifiutate da un editore le sue opere, decide di togliersi la vita. L’editore trova un bellissimo spunto per un libro e faticosamente l’opera viene scritta ma non vende: manca l’essenza stessa del libro, la morte vera dell’autore, salvato in extremis durante il tentativo di togliersi la vita. Ancora una volta, il noir e il grottesco hanno fatto la parte da protagonista al Festival.
Venerdì 29 giugno la serata tanto attesa: la consegna dell’ “Award alla Carriera” che quest’anno è stato vinto dal regista ed attore italiano Lino Capolicchio, stretto collaboratore di nomi sacri del Gotha del Cinema italiano quali Visconti, De Sica e Pupi Avati. È stata proiettata la sua ultima fatica cinematografica "Il Diaro di Matilde Manzoni", racconto un po’ inusuale del rapporto filiale intercorso fra Alessandro Manzoni e la figlia: un padre un po’ assente, come ci racconta la storia, “che dopo aver abbandonato a sé stessa la figlia sul letto di morte, si limitò a prendere la penna e a scriverle un pomposo epitaffio”.
Sabato 30 giugno, con un po’ di dispiacere, è stata la serata conclusiva di questa kermesse cinematografica sotto le stelle. Sulla piazza gremita di gente, abbiamo assistito all’assegnazione del Premio Le Mura d’Oro, preziosa scultura realizzata dall’artista Antonio Rando. Per il concorso “Sottoventi” il Premio Speciale della Giuria, consegnato dal dirigente del settore Cultura, Spettacolo e Turismo del Comune di Bergamo, D.ssa Giaccone, è andato a "Ein Kinderspiel – A Child’s Play" della regista tedesca Claudia Lehmann, storia dolce amara del desiderio di maternità di una donna che la spinge a scelte estreme. |