ed il secondo perché, se tutti gli stampati al giorno d’oggi fossero impressi con oli vegetali, le cartiere impiegherebbero meno energia, meno acqua per recuperare tutta quella montagna di carta che ritorna loro attraverso la raccolta differenziata, in quanto questo inchiostro ha la caratteristica di scindersi prima e meglio dalle fibre di cellulosa rispetto agli oli minerali. “
     “Il quinto step è rappresentato dagli impianti produttivi: stiamo riorganizzando tutto il nostro parco macchine e l’anno scorso abbiamo installato quella che è stata definita la macchina più ecologica che ci sia sul mercato, che ci ha permesso di ottenere anche uno sgravio fiscale del 30% in quanto giudicata ‘a basso impatto ambientale’. Il sesto punto rappresenta gli imballi. Noi oggi confezioniamo tutto con film termoretraibile biodegradabile, scatole di carta riciclata e pallet prodotti sempre in foreste certificate PEFC e FSC. L’ultimo punto della nostra filiera: le consegne. Nell’ottica della nostra filosofia verde, oggi consegniamo tutti i nostri prodotti con veicoli a metano!”
     “Tutto questo processo produttivo è stato raffigurato sotto un logo, Eco Offset, che campeggia su tutti i nostri stampati a basso impatto ambientale. I nostri clienti possono usufruirne e spenderlo nella loro comunicazione e marketing, facendo vedere che sono un’azienda attenta all’ambiente in quanto scelgono fornitori a loro volta sensibili all’ambiente. Poi noi speriamo che questa loro attenzione non si limiti solo alla scelta dello stampatore, ma si possa tradurre anche in una scelta aziendale globale… Tale plus di comunicazione ci ha portato anche un aumento di fatturato non trascurabile, dopo anni di studi del progetto, convegni per farlo conoscere, workshop, ecc… Inoltre, la nostra clientela da locale si è estesa a tutt’Italia, anche se lavoriamo principalmente con Milano, che è un po’ la capitale del marketing: oggi parlare di ambiente fa business, quindi, in questa città chiaramente hanno colto l’occasione al volo.
     Mentre Marco ci mostra il laboratorio della Gam Edit, ci spiega “Qual è stata la molla che ha fatto scattare questa decisione di diventare una litografia ecologica”. L’idea è nata proprio da lui, ci racconta, quando stava aspettando il suo primo figlio, Tommaso. “Fino a quando un figlio non arriva nella tua esistenza, vivi ogni giorno senza la coscienza o il pensiero di quello che sarà il futuro, non pensi a che razza di mondo potrai mai lasciare a tuo figlio. Un bimbo cambia tutto, cambiano le responsabilità e quindi inizi a pensare come migliorare l’ambiente che ti circonda e che cosa gli lascerai in eredità quando sarà grande, con la speranza che anch’egli possa continuare nel tuo cammino. Comunque, un’anima ecologica l’ho sempre avuta, fin da ragazzo, è indubbio, e

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