attuali testi di storia della matematica non dedicano che poche righe ad un argomento reputato ormai obsoleto.
     Il suo lavoro più famoso, però, è la “Geometria del Compasso” (1797), saggio attraverso il quale Mascheroni dimostrò che tutte le costruzioni geometriche effettuabili con riga e compasso possono essere tracciate usando solamente il compasso, dato che una retta si costruisce una volta che ne sono stati definiti due suoi punti. Secondo Mascheroni, queste sono le operazioni possibili in campo geometrico con riga e compasso: è possibile utilizzare il compasso per bisecare un dato arco di cerchio, sommare e sottrarre due segmenti dati, trovare il quarto proporzionale dati tre segmenti, trovare il punto di intersezione di due rette date e il punto di intersezione tra una retta ed un cerchio dati. Riuscì quindi a dimostrare, teoricamente, che tutte le costruzioni che si possono fare con riga e compasso possono essere espresse come composizioni delle operazioni sopra specificate, quindi ottenute usando il solo compasso. Quest’opera non fu scritta fine a sé stessa, ma venne pensata al fine di facilitare la costruzione di strumenti di precisione.
     Ad onor di cronaca, bisogna riconoscere che questa teoria era già stata dimostrata dal matematico danese Georg Mohr e pubblicata nel libro “Euclides Danicus” nel 1672, ma tale opera rimase sconosciuta fino al 1928, quando, accidentalmente, fu rinvenuta una copia: la dimostrazione data dai due matematici, però, è diversa, ecco perché ancora oggi il credito della scoperta è attribuita al matematico bergamasco.
     Mascheroni fu fervido ammiratore di Napoleone, al quale dedicò il saggio “Geometria del Compasso”, che si apre con questi versi: “Io pur vidi coll’invitta mano, Che parte i regni e a Vienna intimò pace, Meco divider con attento sguardo, Il curvo giro del fedel compasso”. Quest’ultimo, colpito dall’opera originale dedicatagli, tornato a Parigi la illustrò al Direttorio, composto da celebri matematici francesi quali Louis Lagrange e Pierre-Simon Laplace; l’opera ebbe un successo così clamoroso che fu tradotta e pubblicata in più Paesi, conferendo fama al Mascheroni in tutta Europa. L’imperatore, grande appassionato di matematica, grazie a Mascheroni divenne un esperto nell’uso del compasso: “Generale, di tutto ci potevamo aspettare da voi fuorché lezioni di geometria” fu il commento stupito di Lagrange.
     Lorenzo Mascheroni fu anche un buon poeta in lingua italiana e latina, anche se la maggior parte delle suo liriche sono state composte a corollario dei lavori scientifici: ne è un esempio la dedica di cui sopra a Napoleone. La sua

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Bergamo, Biografia, Lorenzo, Mascheroni, Geometria del Compasso, Abate, Rettore, Università, Pavia, Costante di Eulero-Mascheroni