pienamente i provvedimenti che Bruni e la sua giunta adottano, sono le menzogne sul PM10 che ci sdegnano. O Arpa ha preso una cantonata o l’ha presa l’assessore all’ambiente, non vogliamo pensare che ci sia della malafede per giustificare il disagio delle targhe alterne o del blocco totale dei veicoli.
     Una fonte assolutamente autorevole in campo editoriale, Quattroruote, la quale acquisisce i dati da fonti internazionali altrettanto autorevoli, come il Centro studi sui sistemi di trasporto (Csst), nella pubblicazione di febbraio 2007, a pagina 212, pubblica una intervista fatta all’oncologo italiano Veronesi, nella quale si scrive di inquinamento, di polveri sottili, e vengono pubblicate delle statistiche. L’inquinamento da polveri sottili viene causato dai veicoli per una percentuale massima del 29% sul totale per metro cubo (non il 65% come sostiene Amorino), di cui il 9% dai veicoli commerciali e da autobus, avete letto bene, quelli che dovremmo usare al posto dell’auto, l’8% dalle autovetture diesel, il 5% dai veicoli commerciali leggeri, il 4% dall’usura di gomme, freni, ovvero non da motori, il 2% dai ciclomotori e l’1% dai motocicli (vi rendete conto che hanno tentato di bloccare anche le due ruote con la medesima balla?). Copiamo testualmente da Quattroruote: “Pur attribuendo alle vetture (benzina e diesel) tutte le polveri prodotte dall’usura di freni, frizioni e gomme, si arriva al 12% (20-22% in città).” Non il 65% come sostiene Amorino. Tutto chiaro ora!!!
     Anche se prendessimo una città come Milano, non oggi, dopo l’introduzione dell’Eco pass, ma nel 2007, dalle medesime statistiche Csst, si apprende che il trasporto su gomma è responsabile del PM10 per una percentuale che varia dal 40 al 60%, su base annua. I veicoli privati, auto diesel e benzina, quelli ovvero immediatamente bloccati, non incidono per più del 20-22%, senza contare che un terzo di questo massimo 22% non è nemmeno uscito realmente dai tubi di scarico, ma è la stessa polvere che circola ad opera del passaggio dei veicoli. Attenzione però, i dati, come scritto prima, sono su base annua. Analizzando i dati Csst e prendendo i mesi invernali, quelli diciamo più incriminati, la maggior parte della produzione delle polveri sottili proviene dagli impianti di riscaldamento, abbassando ulteriormente quel 22%.
     Ci piacerebbe capire dunque da dove viene quel 65% citato da Amorini. Sempre da Quattroruote, nella torta dell’emissione di polveri fini a pagina 213, tolto il 29% del trasporto stradale, rimangono un 25% emesso dalle industrie e dalle centrali termiche, un 15% dal trasporto marittimo, aereo, ferroviario, un 11% attribuibile al riscaldamento domestico ed industriale (in città, con una densità maggiore di abitanti, questa percentuale è quella prevalente), un 10% da processi naturali ed il restante 10% da processi produttivi. Sempre testualmente: “…nei pochi mesi in cui sono attivi, i riscaldamenti sono una fonte principale di polveri.”

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