di fare, percorrendo questa nuova rotaia, una sorta di viaggio a ritroso negli anni e nei ricordi.
Era il 1967, infatti, quando il Treno delle Valli fece il suo ultimo viaggio e, in modo molto significativo e pittoresco, il primo viaggio inaugurale dell’attuale Tram delle Valli lo si è voluto far partire al suono del medesimo fischietto, conservato attualmente al Museo della tramvia di Zogno, e con l’ex capostazione di allora, Enrico Solza, oggi ottantaquattrenne. Si è voluto dare una sorta di continuità tra il Trenino di allora e l’attuale tram, come se 42 anni non fossero trascorsi, quasi a rimediare a quello che, a mio avviso, è stato uno dei più grossi errori commessi nel nostro territorio in fatto di viabilità. In effetti, sebbene tutto sappia di fresco e di nuovo, si respira e si percepisce un che di piacevolmente antico a cui si è ridata nuova vita e questo è il medesimo fascino che percepisco trapelare al cospetto di quelle vecchie locomotive a vapore di un tempo, oggi relegate a poco più che cimeli museali.
Dalla rotaia opposta alla nostra si vede sopraggiungere la vettura che sbuca magicamente da una delle due gallerie originarie e la mia fervida fantasia dipinge per un istante un’immagine seppiata e retrò, popolata da persone in vecchi abiti e locomotiva sbuffante, ma è solo un istante. La vettura che arriva sfrecciando e si ferma davanti alla pensilina di fronte a noi è ultramoderna e alimentata elettricamente, quindi assolutamente non inquinante. Nonostante sia ancora presto, considerando il giorno festivo, l’interno della vettura si presenta comunque già bella stipata e affollata da gente di ogni età, dall’espressione curiosa ed entusiasta. Vedendo sfrecciare così allegramente e trionfalmente il nuovo convoglio poco ci manca che scappi l’applauso.
Passano pochi minuti e arriva, proveniente dalla stazione, la nostra vettura. Le porte si spalancano davanti a noi e possiamo così finalmente salire. I posti a sedere, inutile dirlo, sono già tutti occupati e a malapena si riesce a trovare un punto di appoggio per sorreggersi, ma l’entusiasmo del primo viaggio è tanto che la cosa poco importa. Le nostre narici vengono colpite dall’odore sintetico dei rivestimenti nuovi, mentre la nostra attenzione è calamitata dal panorama che scorre al di là dei finestrini.
Si parte immediatamente e constatiamo da subito la morbidezza del movimento e delle frenate effettuate nelle varie stazioni o in prossimità dei dispositivi semaforici. I convogli, denominati Sirio, sono stati disegnati niente popò di meno che da Pininfarina e gli interni da Krizia, che ha scelto i colori rosso e giallo proprio in onore ai colori della bandiera di Bergamo. L’atmosfera che si respira all’interno, seppure iperaffollato, è comunque quella gioiosa e festosa riservata ai grandi eventi e anche il sole, assai avaro nei giorni
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