Tornando al nostro diario, la giornata si conclude con grande allegria e divertimento, prima, però, il coach Giò avanza qualche ramanzina in merito al lavoro svolto oggi e un discorso preparatorio alla gara di domani; a seguire, il piano della giornata di domani e alcune raccomandazioni sulla serata, ovvero che non è il caso, questa sera, di esagerare, si deve essere in forma per domani.
In tutta onestà, sarà per colpa della nottata in pulman o per la giornata intensa (per inciso, non li abbiamo mai persi d’occhio), ma noi siamo distrutti e ci corichiamo verso le 23:00, mentre alcuni ragazzi cantano canzoni di ogni genere, altri si divertono a Taboo. Noi, per dormire, pochi secondi.
Sabato: è il grande giorno. Durante la colazione si ride ancora, certo, ma si respira un’aria molto diversa. Non c’è molto tempo, alle 12:04 entreremo nello stadio per la nostra esibizione, tuttavia c’è tempo ancora per delle prove. Ci sono otto gradi fuori, eppure, pantaloncini corti e via ad allenarsi nel campo. Questa volta, però, mancano le flag, in quanto si devono preparare e si devono truccare. Anche qui non si scherza, ogni anno i costumi cambiano, sono frutto della loro fantasia, della loro creatività, come le bellissime saette di paillettes che si mettono fra i capelli, realizzate interamente a mano. Poi il trucco, l’acconciatura, sono rigorosamente a tema con la coreografia. Tutto deve essere perfetto in quanto “tutto” è sotto esame dai giudici: posizioni, movimenti, suono
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in primis, ma vengono giudicati anche l’abbinamento dei colori, i costumi, la storia che si racconta suonando; i giudici sono in mezzo a loro mentre si esibiscono e, a volte, capita persino che si scontrino con qualche elemento del gruppo che, naturalmente, è in costante movimento.
Anche noi abbiamo del lavoro da svolgere e approfittiamo di pochi minuti di pausa prima della partenza verso lo stadio per parlare con il coach, una persona emblematica per la band, Giovanni Regonesi, fondatore ed ora direttore del |
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