che la verità è una sola. Noi crediamo che il benessere ci aiuti a fare quello che vogliamo: che bel mondo ci siamo costruiti! Siamo diventati prima schiavi dei soldi, poi del lavoro per ottenerli, poi del petrolio, poi della materialità, ora della crisi globale che ci attanaglia. Essere liberi è molto diverso che seguire il proprio arbitrio: chi è prepotente, chi sfrutta i deboli, chi non ascolta gli altri alla fine si trova schiavo di se stesso, del suo potere e della sua supposta onnipotenza. La libertà è possibilità di scelta, ma scelta per il bene…; quindi nell’osservanza dei principi etici non umani ma divini che abbiamo dentro di noi come legge naturale… Essere liberi comporta molte rinunce, molte difficoltà, perché agli occhi dei più si appare come deboli: ma è più facile rispondere ad un’offesa con un atto violento o “porgere l’altra guancia”? Il Celebrante concludeva la Sua omelia sottolineando che solo Dio è veramente libero, perché pur essendo onnipotente non può commettere il male, e non può sostituirsi all’uomo che crede di essere Dio e non ascolta la Sua voce, avendolo creato libero ma con la possibilità di esercitare il suo arbitrio.
     Ho una particolare predilezione per le opere di due grandi, Dante e Manzoni: li sento vicini alla mia concezione della vita e appena posso cerco di rintracciare nelle loro pagine quanto sto rimuginando dentro di me. Così, mentre l’omelia si snodava tra la sorpresa e l’approvazione dei presenti, la mia mente è corsa ai personaggi de “I promessi sposi”: che contrapposizioni si possono incontrare tra di loro! Ludovico e Cristoforo, Don Rodrigo e l’Innominato, l’Innominato prima della conversione e quello successivo, la Monaca di Monza e Lucia solo per citare i più famosi: i primi sono uomini che credono di poter gestire la loro vita; i secondi seguono il disegno di Dio. Ne possiamo vedere i risultati anche ricordando la misericordia di Dio e la sua capacità di agire nel male creato dagli uomini per trarre il massimo del bene senza impedire il loro arbitrio. Ludovico, il giovane borghese rifiutato dalla nobiltà, si scontra con il suo rivale e in duello lo uccide; Cristoforo diventa invece strumento del disegno di Dio: la sua umiltà lo porta ad ottenere il perdono (rappresentato dal famoso pane che porta con sé nella sua bisaccia e che gli ricorda sempre quanto aveva commesso e come aveva potuto agire) del fratello dell’ucciso che aveva ritenuto che l’incontro con il frate avrebbe dato lustro alla famiglia, all’incontro con don Rodrigo culminato nel “verrà un giorno…” che trova la sua concretizzazione nel lazzaretto dove Dio lo pone accanto al potente che comunque vorrebbe salvare, all’obbedienza ai suoi superiori… politici che lo trasferiscono, a curare gli appestati e probabilmente ad ammalarsi a sua volta di peste. (Gli uomini sono più attratti da Ludovico che da Cristoforo, ma il primo dimostra i risultati dei disegni degli uomini e il secondo quelli di Dio).

        pagina 02 di 05
 
 
 
 
 
Infobergamo® - www.infobergamo.it è un prodotto H.S.E. - Leggi la nostra CDD - Validazione XHTML - CSS
Autorizzazione Tribunale di Milano n.256 del 13 aprile 2004. Vietata la riproduzione e la riproposizione non autorizzate di testi ed immagini.
Bergamo, Don Davide, Manzoni, Dante, Dio, Libertà, Arbitrio, Onnipotenza, Schiavitù, Gaudenzio Rovaris