Naturalmente, questa affermazione suscitava rimostranze; purtroppo mi rendo conto che il mondo moderno e civilizzato ha perso il senso della verità e si perde in discussioni sterili e fini a se stesse sui grandi problemi della vita: in Africa bisogna mandare i preservativi e non aiuti alimentari e tecnologici e allontanare gli sfruttatori, tra cui i principali sono proprio i Paesi… civili; bisogna liberare il tabù del sesso, così avremo dei ragazzini che non sanno più cosa sia il tempo delle mele e dei genitori giovanissimi (l’ultimo caso in Gran Bretagna in cui non si era potuto risalire al piccolo padre perché in quel giorno la piccola madre aveva avuto diversi rapporti); bisogna liberalizzare l’uso delle droghe così avremo dei giovani e, purtroppo anche degli adulti, “sballati”; bisogna rispettare la libertà dei figli così non li controlleremo più e saranno liberi di fare ciò che vogliono con il risultato della necessità dell’intervento della forza pubblica nelle città e nelle scuole per frenare i fenomeni di bullismo e di disturbo della quiete pubblica (altri tempi quelli in cui dopo Carosello tutti a letto…); possiamo impedire ad un Pontefice di presenziare ad una inaugurazione di un anno accademico e permetterci come i legulei belgi in questi giorni di rimproverarlo per le sue affermazioni in quanto essi sono i veri depositari della verità unica ed indiscutibile.
In questo contesto di massima tolleranza si può introdurre quello di satira: nata dalla “satura” latina, ossia dalla presentazione di fatti di tutti i giorni anche se un po’ strani, è divenuta oggi espressione di libertà di esprimere e criticare chiunque e in qualunque modo: da chi si diletta a disegnare vignette “blasfeme” su Maometto a chi approfitta come una iena per ironeggiare sulle tombe del terremoto, ai ragazzi di un liceo di Milano che sono usciti nel loro giornalino scolastico con una vignetta su Benedetto XVI con un profilattico in testa e con la dicitura che forse ha capito a cosa serve...
Chissà se è arte schernire il Crocefisso con animali in croce o rappresentare in modo poco rispettoso sempre e comunque le stesse persone solo perché sono esponenti di un’ideologia politica diversa.
Chissà se la tolleranza può “tollerare” anche queste povertà dei nostri giorni! E fino a quando! Sono i paladini della privacy e dell’antitrust, proprio quelli che si permettono di approfittare di trasmissioni del servizio pubblico per sfogare rabbie represse contro tutto e tutti, non pensando minimamente a raccontare lo scandalo dei loro stipendi e di come sono arrivati a ricoprire certi ruoli.
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