Dalla Sicilia sono arrivati 25 produttori agricoli, raccolti nello spazio Siqillyàh e in quello di Bio-Sicilia, impegnati in un percorso per dar vita a Fa’ la cosa giusta! Sicilia: l’obiettivo è infatti far sbarcare la manifestazione sull’isola, nel 2011.
     Atmosfera rilassata, espositori affabili, allegria. Ecco alcuni elementi che ritornano nei giudizi di chi quest’anno è passato da “Fa’ la cosa giusta”. C’è chi, come Micaela, nella doppia veste di utente ed espositore, ha notato l’apprezzamento per la lettura dei quotidiani a colazione negli spazi del Caffé Letterario, al centro del primo piano. Certo, per chi si è trovato ad assistere alla nascita della manifestazione, nel 2004, non manca lo stupore nel vedere quanto è cresciuta adesso: cambio di location innanzitutto, chi ricorda il debutto in via Tortona? Qualcuno affezionato alla manifestazione come Rossella, gasista, vale a dire appartenente a un Gruppo di Acquisto Solidale, quasi rimpiange la vecchia location, anche se “forse ormai troppo piccola, che mi sembrava più consona ad una manifestazione diversa dalle solite fiere”. Crescere troppo rischiando una deriva commerciale: è un timore condiviso quando si ha a che fare con questo tipo di eventi e iniziative. Non è una strada facile quella da percorrere per arrivare al grande pubblico senza perdere i propri valori iniziali, ma, appunto, se le dimensioni sono cresciute, la sensazione è che lo abbia fatto anche la consapevolezza da parte di chi ha deciso di venire a farci un giro. “Ho avuto una bella impressione dal punto di vista della quantità e qualità sia degli espositori e delle proposte”, fa sapere Gaia di Milano, “e c'era davvero un grande afflusso di persone molto interessate. Un punto a sfavore: avrei preferito uno spazio all'aperto o un bel capannone arioso piuttosto che quel padiglione buio e poco areato. Però a parte questo devo dire che la bellezza ed l’interesse della manifestazione hanno decisamente superato i disagi”.
     La situazione economica forse poteva rallentare questo sviluppo, con la gente “distratta” da altre priorità. O forse no. Anzi, proprio la crisi ha spinto tante più persone abituate a modelli industriali di sviluppo ad approcciarsi magari anche per la prima volta ad una forma di consumo e di stile di vita più consapevole. E perché no, anche a “sporcarsi le mani”, imparando.
     Al padiglione superiore, dedicato ai prodotti eco, alla moda, all’energia, chi passa sorride alla vista dei capannelli di gente intorno a grandi “vasche” di legno e terra: sono i laboratori dell’orto fai da te: cresce, infatti, la voglia di verde “utile” anche tra chi vive in città e lo testimoniano i visitatori che si aggirano tra i padiglioni con un grande sacco a tracolla bianco e verde: è il kit per fare l’orto in balcone, contiene una cassetta di legno, della terra, dei semi di qualche ortaggio,

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