Passiamo ora agli interni. Qui, naturalmente, le opinioni in merito sconfinano nel soggettivo; di certo c’è un abitacolo interamente assemblato a mano ed improntato alla sportività ed alla esclusività, senza per questo avvicinarsi al gusto del “tamarro”. Il quadro strumenti, protetto da una lente speciale multistrato che dona un certo effetto tridimensionale agli strumenti, è ricco di informazioni, è completo, insomma. Al centro troviamo una lancetta LCD per i giri del motore, progettata per replicare con la massima esattezza l’eccezionale prontezza del V10. Non poteva essere altro che digitale infatti: con un propulsore che passa dal minimo a 9000 giri in soli 0,6 secondi… un classico contagiri analogico non sarebbe riuscito a stare al passo con esso. Nel
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quadrante, inoltre, trovano posto un tachimetro digitale, un indicatore di rapporto, l’indicazione della modalità di cambio, i dati di controllo del veicolo, un display con le informazioni sul viaggio e quello del TPWS (Controllo elettronico della pressione pneumatici).
Al centro del cruscotto troviamo uno schermo LCD da 7” che consente di navigare attraverso le mappe stradali, ma anche di accedere ad altre informazioni del veicolo tramite una specie di mouse che rende l’esperienza di utilizzo simile a quella di un PC. I sedili, invece, di straordinaria fattura, con otto regolazioni elettriche per il guidatore, sono ben profilati, compreso quelli posteriori; la coppia anteriore è posizionata esattamente al centro dell’interasse, mentre da un punto di vista longitudinale sono stati messi il più possibile convergenti al centro, quindi vicini tra di loro, tutto per permettere al conducente di sentire ed anticipare le reazioni del telaio intorno all’asse della LFA.
Anche l’estetica è una questione di gusti personali, ma l’aerodinamica no! A noi, in ogni caso, la prima piace moltissimo e basta. È proprio per il suo design |
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