Tale fenomeno, negli anni successivi, proseguì e si divulgò in maniera vertiginosa, tanto che sul finire degli anni ’60 e per tutto il decennio successivo ogni casa automobilistica che si rispettasse aveva in listino, accanto alle classiche versioni berlina o famigliare dei propri modelli, un’analoga versione sportiva coupé, con oltretutto il vantaggio dell’effetto trainante di queste ultime anche sulle vendite dei modelli più classici, grazie alle loro partecipazioni agli eventi sportivi più in voga all’epoca. Come non ricordare le varie Lancia Fulvia Coupé HF sfidare le mitiche Alpine Renault A110 sulle strade dei campionati di rally di allora o le mitiche Alfa Romeo Giulia GTA nei campionati turismo battagliare alla pari addirittura con Lotus e Porsche!
Sì, tutto ciò funzionò a meraviglia fintanto che un giorno, nel lontano 1976, qualcuno in quel di Wolfsburg decise di fare un’inversione di rotta, producendo per scommessa 1000 esemplari della sua nuova berlina da famiglia, la famosa Volkswagen Golf, disegnata dal nostro Giorgetto Giugiaro nel 1974, in versione sportiva denominata GTI, senza dover così ricorrere all’allestimento di una nuova linea di produzione apposita atta a creare una derivata coupé. In verità, per dirla tutta, in casa Volkswagen, per sicurezza, nel caso il piano non avesse funzionato, già una coupé esisteva, la Scirocco, ma l’esperimento era appunto quello di ottimizzare la produzione riuscendo a racchiudere lo spirito di una versione sportiva condensandolo solo all’interno di uno specifico allestimento: la GTI per l’appunto.
Inutile dire che il successo fu tale da superare le più rosee aspettative e tanto da mantenere in produzione la mitica berlinetta fino alla sesta serie dei giorni nostri. Non basta! Mentre state leggendo questo articolo vi garantisco che già si stanno prefigurando le linee di base della settima.
Così, tanto bastò, da far pian piano scomparire dai listini tutte le versioni coupé, derivate fino ad allora dalle rispettive berline di serie, risparmiando, oltretutto, sulla produzione e nel contempo cercando di far sempre più concorrenza a quel fenomeno dilagante della Volkswagen divenuto nel frattempo un vero e proprio status symbol.
Sull’onda di tutto questo videro la luce in quegli anni le varie Peugeot 205 GTI, Renault 5 Alpine e GT Turbo, nonché le Ford Escort XR3 ed RS Turbo, Opel Kadett GT e GSI 8 e 16v fino ad arrivare alle massime evoluzioni del concetto di sportività corrispondente per esempio alla Lancia Delta Integrale 16 Valvole o alla Ford Escort RS Cosworth prodotte fino agli inizi degli anni ’90.
Poi, immancabilmente, come ogni fenomeno o moda che si rispetti, raggiunto
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