Mini in questione è solo intestata a me, ma le rate sono a carico di mio fratello. Non siamo stati convincenti e l’Agenzia delle Entrate mi ha inviato due accertamenti, uno per il 2006 ed uno per il 2007. Ho comperato un’autovettura nel 2006 che supera i 21CV fiscali. Sempre nel 2006 ho dichiarato zero redditi. Entrambi questi fattori hanno fatto scattare in automatico i controlli che, incrociati poi, hanno fatto scattare l’accertamento. Ed eccoci qui.
La mia Honda ha un valore di circa 25mila euro, grazie a non so quali conti, l’Agenzia mi impone un reddito di 29mila euro (magari!) e su questo mi calcola e mi chiede l’Irpef che non ho versato su tale reddito e le relative sanzioni. Per il 2007 invece mi imputa un reddito di 36mila euro, calcolando anche le rate della macchina che mensilmente pago e che pare facciano reddito insieme alle ricevute di compensi che effettivamente ho percepito in quell’anno. Il tutto per un ammontare di 22mila euro circa che dovrei versare all’Agenzia delle Entrate. 22mila euro che consistono nell’imposta Irpef dovuta sommata alle relative sanzioni già ridotte ad un ottavo (ricordate bene questo particolare).
A questo punto, mi sorge il dubbio che il primo commercialista da me contattato non fosse, come dire, del tutto preparato sulla vicenda in quanto dopo ben 15 giorni che aveva in mano l’accertamento, non solo non aveva ancora mosso un dito, ma al telefono ha risposto così ad una mia domanda: “Secondo me non è così, però potresti aver ragione anche tu, quindi, mi studio bene l’accertamento e ti faccio sapere.”. Come? Dopo 15 giorni devi ancora studiarti bene il mio accertamento e non sei sicuro su una questione che dovrebbe essere chiara per legge? La domanda che gli avevo posto era la seguente: “Devo pagare come minimo 22mila euro o c’è la possibilità di pagare un ottavo come si legge nel punto 2? O interpreto male quel che leggo?”. Interpretavo male… ma lui avrebbe dovuto già saperlo, no? Così decido di chiedere un secondo parere al commercialista di un’amica, il quale non solo mi dice che c’è la possibilità di presentare un’istanza che permette di “congelare”, per così dire, il tutto per 90 giorni, ma che in quei 90 giorni bisogna chiedere degli appuntamenti all’Agenzia delle Entrate per discutere della mia posizione ed eventualmente rivalutarla.
Aggiunge che bisogna reperire tali documenti, tali ricevute, estratti conto, dichiarazioni… insomma nel giro di un’ora mi aveva dato mille più informazioni e indicazioni precise sul da farsi di quell’altro in 15 giorni. Così trasferisco tutto a lui. E durante il secondo appuntamento scopro anche che l’accertamento mi è arrivato in quanto, colui che mi seguiva negli anni 2005, 2006, 2007, non mi ha dichiarato quanto ho percepito in quegli anni (circa 4.500 euro ogni anno). Il mio
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