tuo carrello con quella che acquistiamo noi direttamente dal produttore?”
     Qual è il contributo minimo richiesto, sia in termini di tempo quanto di denaro, per far parte di un GAS?
     Gigliola: “dipende dai vari gruppi. Alcuni hanno tutti i soci attivi, cioè che fanno qualcosa per gl’altri. Altri, come il nostro, hanno anche dei soci ‘passivi’, cioè che si limitano ad effettuare gli acquisti perché purtroppo non hanno molto tempo per impegnarsi per altro. Chiediamo anche un piccolo contributo economico ai nostri associati, quest’anno pari a 15 euro, che ci servono per finanziare i nostri piccoli costi primari, quali affitto dei locali, dove effettuare le nostre riunione e dove depositare e smistare la merce acquistata, luce e riscaldamento. Una sorta di piccolo auto-finanziamento.”
     Catia: “chi ha più tempo libero, si impegna, mette la propria disponibilità a disposizione degli altri, in una sorta di collaborazione attiva, anche semplicemente per ritirare la merce dal corriere. L’ideale, per un GAS, è avere un punto di ritrovo comune, un punto logistico dove potersi incontrare e dove ritirare e dividere la merce. È veramente un valido aiuto, molti, però non hanno la fortuna di avere un luogo dove incontrarsi e quindi si arrangiano come possono, come ad esempio un oratorio di una chiesa, la sala condominiale, il garage di una persona che lo mette a disposizione ecc.”
     Che tipo di rapporto c’è fra GAS e politica, oppure le istituzioni pubbliche come Comuni, Regioni e Provincia?
     Catia: “normalmente, i GAS vogliono rimanere fuori da ogni ‘compromesso’ pubblico con queste istituzioni.”
     Gigliola: “qualcosa comunque si sta muovendo. Per esempio, in Emilia Romagna, la provincia di Fidenza (Parma) ha realizzato un software per agevolare gli acquisti da parte dei GAS e i produttori, in quanto sono interessati a sviluppare questo tipo di commercio. Altre province mettono a disposizione dei vari gruppi di GAS locali dove riunirsi, dove creare la loro base logistica, altre ancora stanno erogando contributi economici. Questo anche per agevolare i vari pagamenti fra gasisti e il produttore… c’è un grosso clima di fiducia fra i vari soci e i produttori, un bellissimo scambio di amicizia e fiducia reciproca!”
     Accettando i loro contributi, non rischiate di diventare ostaggi di Province o Regioni?
     Catia: “il rischio sussiste, è vero, ma è forte la nostra volontà di rimanerne fuori. Il GAS non è solo fare la spesa, ma è una rete di famiglie unite da una comune volontà ecologica. Bisogna utilizzare la nostra intelligenza per sfruttare tutte le possibilità che ci sono offerte, comprese queste, senza essere manovrati

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