stradale. Evidentemente anche la virtuosa Bergamo non riesce a darsi una fisionomia europea sul tema, scrollandosi di dosso quel timore reverenziale verso le categorie di commercianti che, da sempre, sono infastidite dall’idea che in città venga limitato l’uso delle auto, in quanto ciò li condannerebbe, secondo la tesi ormai largamente consolidata, alla chiusura delle attività per irreversibile emorragia della clientela, viceversa assorbita dai tentacolari e fibrillanti centri commerciali che circondano la città.
     La realtà non sembrerebbe così drammatica come viene dipinta, e forse strumentalizzata, ma è certo, come insegnano i modelli adottati nelle città e cittadine europee che hanno rivitalizzato e ridisegnato i propri centri storici invogliando i cittadini ad una mobilità alternativa, che la tendenza a seguire l’esempio di realtà continentali molto più vivibili ed ordinate dovrebbe diventare l’imperativo categorico di ogni oculata amministrazione. In questo senso, l’eliminazione anche parziale di una pista ciclabile, che in realtà dovrebbe costituire una priorità nella gestione della viabilità locale, non può che essere interpretata come un passo indietro rispetto al passato. Evidentemente, l’economia locale, e non solo orobica, non può fare a meno dell’auto, come mezzo complementare al commercio, nel pieno centro cittadino, luogo che normalmente rappresenta il biglietto da visita di qualsiasi aggregazione urbana. Ma tant’è!
     Un altro aspetto controverso riguarda i parcheggi selvaggi, soprattutto in aree cittadine, quali Piazza Pontida, che vengono “deturpate” dalla costante presenza di veicoli in sosta nonostante la piazza, soggetta a limitazione degli accessi, sia interdetta al posteggio dei medesimi. Da diversi mesi, questa suggestiva zona della città è ripiombata nel passato a causa di mezzi in sosta a tutte le ore della giornata, notte compresa. Tutto ciò accade sotto l’algido sguardo non solo dell’occhio elettronico delle telecamere, ma anche di quello degli agenti della polizia locale, presumibilmente indotti ad una tacita o forzata tolleranza per questa dilagante anarchia senza freni. Tuttavia, la speranza di poter finalmente veder rinascere questo angolo storico del borgo antico resta mortificata dalla consuetudine nostrana di occupare con l’ingombrante volume delle auto spazi che sarebbero fruibili diversamente e con maggiore gratificazione dei cittadini.
     L’amministrazione, sul punto, sta dando prova di scarsa attenzione e sensibilità, poiché consente, anche con l’inerzia della polizia locale che solo episodicamente arma la mano degli zelanti ausiliari del traffico per sanzionare i trasgressori, che si consolidino abitudini che si pensava si fossero sradicate,

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