IL COMITATO CIVICO ALTRA PONTE IN MERITO ALL'ISOLOTTO
                                  a cura della Redazione

     Dopo l’articolo pubblicato il mese scorso (pubblicazione numero 70 – Febbraio 2010) in merito al problema della nuova destinazione dell’Isolotto di Ponte San Pietro, per il quale abbiamo raccolto le impressioni dei residenti ed abbiamo chiesto delle delucidazioni al sindaco Giuliana Reduzzi, ci sono pervenute diverse e-mail con dei chiarimenti sulla questione.
     Spett. Redazione, mi chiamo Carlo Sangalli e sono coordinatore del Comitato Civico Altra Ponte, uno dei gruppi che hanno raccolto le firme a sostegno delle petizioni presentate al Sindaco Reduzzi. Leggendo l’articolo in oggetto, sono rimasto sorpreso nel constatare che la vostra articolista abbia approfondito la questione con il sindaco ma non abbia minimamente pensato a sentire le ragioni dei presentatori delle petizioni. Vorrei darvene ora alcuni brevi accenni.
     Innanzitutto è corretto premettere che l’area della quale stiamo parlando è indicata dal vigente PRG come Verde Pubblico e che il Piano di Coordinamento Territoriale Provinciale esclude qualsiasi tipo di edificazione. Secondariamente è bene ricordare che l’area si trova racchiusa tra il Torrente Quisa ed il Fiume Brembo e che secondo la Deliberazione della Giunta Regionale del 10/09/1986 si tratta di area vincolata in quanto soggetta alla L.1497/39. Infine, anche secondo il DLGS - 29-10-99 – 490, non è consentito edificare a meno di 150 metri dalle sponde dei due corsi d’acqua. Inoltre, non è per nulla secondario il fatto che su quell’area esiste anche uno dei pozzi che alimentano l’acquedotto di Ponte San Pietro, cioè pesca l’acqua che noi beviamo.
     Questo è il contesto.
     Vi sono poi altri aspetti non meno importanti. Per esempio quello che per costituire un parco, non è affatto necessario acquistare l’area, come tanti altri parchi esistenti dimostrano. Certo, è necessario che la Regione definisca quell’area di interesse naturalistico, e con la documentazione prodotta, fornita da esperti del FAB, del WWF, dell’Orto Botanico di Bergamo e di Italia Nostra non sarebbe per nulla problematico, se non fosse che per una piccola semplice ragione: che il Comune deve farne richiesta, cosa che fin’ora non ha fatto e, francamente, ci è difficile capirne le ragioni.
     Un’altra cosa che molti cittadini non sapevano, e abbiamo provveduto a spiegarlo noi durante la raccolta delle firme, è che una bella fetta di terreno (circa 10-12.000 metri quadri ) sono di proprietà demaniale, e in quest’area il Comune avrebbe potuto intervenire da anni, sia per garantirne il decoro che per

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