che all’interno della stessa location verranno valorizzati quegli edifici che hanno una classificazione energetica alta, A o B. E fin qui tutto bene. Ma il rischio è che la classificazione energetica scardini il principio fondamentale della location, generando fenomeni di disaffezione generalizzata per il patrimonio immobiliare consolidato, composto da edifici generalmente collocati in classi energetiche basse.
Perché è un rischio? Semplicemente perché anche il mercato immobiliare può essere visto come una macchina, che lavora attraverso un volano, il volano del cambio-casa. Questo fondamentale ingranaggio si alimenta attraverso l'immissione sul mercato del prodotto usato, dalla cui vendita si liberano energie finanziarie per l’acquisto del prodotto nuovo. Lo sappiamo tutti: se si blocca il segmento dell’usato si ferma anche il nuovo o ristrutturato, dato che almeno l’80% delle famiglie italiane sono proprietarie di immobili, e per comprare il tetto nuovo devono prima aver venduto il tetto vecchio. E questo vale anche per il settore degli immobili di prestigio, che hanno raggiunto prezzi così alti da postulare, per l’acquisto, la ridefinizione del portafoglio immobiliare dell’acquirente, con conseguente disinvestimento e reinvestimento nel prodotto di maggior qualità. Il mercato non può quindi permettersi il grippaggio del volano del cambio-casa, che avrebbe effetti deleteri sull’intero settore. D’altro canto il consumatore è oggi sempre più informato e sensibile alla tematica ecologica e alla variabile “consumi”, e si orienterà in modo del tutto naturale verso gli immobili con miglior classificazione energetica.
Quali le possibili soluzioni? Diciamo subito che non crediamo nella “rottamazione delle case”, se non per aree degradate da sottoporre a radicale riqualificazione urbanistica. Non siamo negli Stati Uniti dove i “building” vengono considerati come delle mere operazioni economiche, che – una volta esaurito il piano di ammortamento trentennale - vengono ritrasformate in cubatura attraverso un processo di demolizione e ricostruzione. La stessa parcellizzazione della proprietà in corso in Italia fin dal boom edilizio degli Anni Sessanta rende impossibile quest’approccio. LE CASE NON SI ROTTAMANO, LE CASE SI RIQUALIFICANO!
La “riqualificazione energetica” è un processo di miglioramento della qualità energetica che, nella realtà delle dinamiche di mercato, determina riflessi più ampi sulla qualità globale percepita della costruzione. La redazione dell’Ace, vera e propria diagnosi energetica, diviene un momento fondamentale nell’ambito della ridefinizione della prestazione dell’edificio, richiamando l’attenzione del
|
|
|