divano, che iniziano a discutere sulle tipologie di horror e su come il digitale abbia sostituito, a torto o a ragione, lo slasher classico; improvvisamente una delle due accoltella l’altra (che, per altro, è Anna Paquin, la protagonista del fortunatissimo True Blood), colpevole di parlare troppo: di nuovo un prologo, questa volta di Stab 7.
     Le spettatrici sono nuovamente due adolescenti, che iniziano l’ennesima dissertazione sulla serie Stab e sulla sua credibilità, quando un rumore e il solito squillo del telefono arrivano a turbare la tranquillità. Questa volta non è un prologo. Siamo davvero entrati nel film.
     Un nuovo assassino è a Woodsboro, proprio in occasione del ritorno di Sidney nella cittadina, tornata per promuovere il suo libro Out of darkness; il cellulare con il quale il killer ha chiamato viene ritrovato nel baule della sua auto. Ecco che si mettono in moto i meccanismi che riportano in scena Linus e Gale, che si erano sposati alla fine dell’episodio precedente, implicati nella vicenda, ciascuno per un motivo diverso.
     Una coppia di agenti di sorveglianza, personaggi secondari, sono interpretati da Anthony Anderson e Adam Brody, volti noti nel cinema e qui rilegati nei panni di insolita coppia comica. Anch’essi “conscious”, come si direbbe, però: infatti temono la loro sorte, che è quella a cui sono purtroppo destinati gli agenti di scorta nei film. Toccherà anche a loro la stessa fine?
     Le dinamiche sono le classiche della serie: depistaggi che fanno sospettare di certi personaggi, caratterizzati da qualche aspetto bizzarro, che poi si rivelano innocenti o vengono squartati così come le altre vittime. Anche qui torna il cinefilo; sono due studenti cresciuti nel ‘mito’ dei massacri di Woodsboro che promuovono una maratona da Stab per gli appassionati, situazione che si rivelerà un plot point per il film. Essi parlano delle regole, argomento presente anche nei film precedenti, per sopravvivere in un film slasher, regole che vanno sempre aggiornate e superano le aspettative. Infatti, in questo caso, la festa, che dovrebbe essere il luogo dell’epilogo, non è che un fasullo contesto finale, una tappa nel progetto dell’assassino. I cinefili parlano anche dell’immediatezza della notizia tramite il web, che infatti è il mezzo che l’assassino intende usare: la ripresa degli omicidi e la trasmissione in tempo reale. La nuova frontiera dell’esperienza della notizia, tutto in streaming.
     La dimensione metacinematografica è onnipresente e non scade mai nel ridicolo, come accade, volutamente, nella parodia demenziale “Scary movie”; la citazione e la strizzata d’occhio al genere horror è dietro l’angolo in ogni

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