fronte ad un tramonto spettacolare, come pochi se ne vedono. Qui è tutta roccia di colore scuro, i raggi solari si riflettono sulle pietre e regalano maggior contrasto al paesaggio. La linea di passaggio dalla luce solare all’ombra è netta e sulla traccia di una di queste ci siamo mia moglie ed io, che addentiamo voracemente i nostri panini (salame e prosciutto cotto n.d.r.), appoggiati sui fianchi posteriori e sensuali della 911, piacevolmente caldi a causa del motore e ben venga, perché ci sono 7° centigradi.
Per un attimo ci guardiamo in viso e pensiamo “che tristezza dover chiudere la capote”, ma mi viene una idea: alziamo anche i vetri posteriori e mettiamo il riscaldamento a “palla”, con aperte solo le bocchette ai piedi e al petto. Funziona! Scendiamo dal colle a 40, 50 all’ora, ci godiamo la scomparsa degli ultimi raggi solari ed il buio che a breve ci avvolge completamente. Adesso capisco perché il mio amico, non molto preparato sui motori in generale, mi ha sempre detto che la cabrio ha qualcosa che se non la provi non capisci… ora lo abbiamo capito anche noi.
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Siamo abbastanza stanchi; la Carrera guidata così, in modalità Sport e con le sospensioni hard, si fa sentire, ci fa male il “popò”. Bisogna precisare che i sedili sono piuttosto duri; è sicuramente un’auto da guidare tutti i giorni, ma non è un mezzo adatto ai lunghi viaggi. Sicché decidiamo di accorciare il percorso, sebbene il Turini è bellissimo, rientrando in Italia attraverso il Colle della Lombarda.
Ancora qualche tappa per sgranchirci le gambe, Alba, Asti e via verso casa tramite la A21, mentre mia moglie, non immaginavo diversamente, testa il sedile passeggero in modalità pennica.
La Carrera è strana, sebbene al limite consentito potrei essere in sesta marcia non ci riesco, non mi piace, preferisco rimanere intorno ai 3.500, 4.000 giri. A me piace avere il motore sempre pronto, odio quel ritardo da sottocoppia. |
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