BEPI & THE PRISMAS: A PASQUA IL NUOVO ALBUM
di Giusy Cretto
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Gli autentici protagonisti della scena musicale bergamasca tornano con un nuovo album. La presentazione ufficiale del nuovo CD avverrà il prossimo 24 aprile presso il Live Club di Trezzo sull’Adda. Al momento c'è il massimo riserbo sul nuovo lavoro della nota band orobica, cerchiamo di strappare al leader del gruppo qualche piccola anticipazione.
Un vero regalo di primavera o se vogliamo, vista la data scelta per l’evento, una sorpresa di Pasqua a tutti gli effetti, ciò che l’affermata band orobica vuole offrire alla folta schiera dei propri fan. Il nuovo album arriva a sedici mesi dall’ultimo, “Gleno”, lo showcase in anteprima assoluta domenica 24 aprile al Live Club di Trezzo sull’Adda, la medesima location dell’album precedente come invariate sono la grande attesa e la curiosità dei fan per questa nuova uscita. Se ne ignorano ancora titolo, contenuti e la strada intrapresa, di sicuro si sa che il Bepi, artista in continua evoluzione e ricerca musicale, riuscirà ancora una volta nell’intento di stupire, ammaliare e far divertire il suo pubblico e a raccogliere nuovi e ulteriori consensi.
Cercando di strappare qualche anticipazione rivolgiamo qualche domanda al Bepi, nome d’arte di Tiziano Incani.
Ormai manca poco alla data fatidica, non vogliamo certo infrangere quell’aura di mistero e di suspense con cui ami ammantare ultimamente i tuoi album celandone il contenuto prima dell’uscita ufficiale, ma vorremmo, ammesso che tu possa accontentarci, qualche piccola notiziola in merito. Questo è il settimo album in sette anni, l’esperienza e il grande affiatamento che lega i componenti della tua band hanno un evidente peso, in senso positivo, sulla qualità finale del prodotto. Cos’è cambiato dai vostri esordi ad oggi in fase di lavorazione, considerando anche, nel corso degli anni, l’alternarsi di qualche tuo collaboratore?
“A dire la verità meno di quanto si pensi. La cura di certi particolari non è mai venuta meno. Certo, col tempo si pretende sempre di più per quanto concerne l'uso di materiali di pregio, musicisti, studi di registrazione, strumenti, software e quant'altro e questo comporta spesso un lievitare non indifferente dei tempi e dei costi di produzione. Resto tuttavia convinto che la scala gerarchica dei valori per gli addetti ai lavori (musicisti e fonici) sia alquanto diversa da quella dei veri fruitori della nostra musica. Anzi, talvolta l'eccesso di pignoleria porta a prendere pericolose distanze dal vero fine del CD. In cima alla lista ci deve essere sempre la canzone e lo spirito che l'ha generata.
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