spesso, vengono trovati tumori molto ridotti, che non hanno mai dato fastidio e che non incideranno sulla sopravvivenza del paziente. Però, siamo talmente bombardati da queste campagne di sensibilizzazione e di screening di massa che alla fine, quando raggiungiamo una certa età, il nostro medico di base ci prescrive anche questi controlli. Tutto ciò è un bene, così possiamo trovare situazioni che, se non risolte, potrebbero anche diventare problemi più seri.”
     Mi consenta una digressione. Sul tema della prevenzione sono assolutamente d’accordo, è utile e ci può salvare davvero la vita. Il problema è che, spesso, ci rivolgiamo al nostro medico di base, chiedendo cosa fare per poter effettuare una prevenzione corretta (non si può certo pensare di fare una “TAC total body” ogni anno per vedere se c’è qualcosa che non va), ma quest’ultimo non sa che pesci pigliare… “In effetti è così, non è semplice ‘fare prevenzione’ anche se qualcosa sta cambiando. In Italia molte regioni promuovono campagne per screening di massa, come per esempio la ricerca del sangue occulto nelle feci per la prevenzione del tumore del colon o il pap test per il tumore della cervice uterina: è una cosa utilissima, sia per il paziente che si sottopone ai controlli e riesce a prevenire futuri problemi, sia per la ricerca medica, in quanto l’adesione di massa allo screening consente di ottenere un gran numero di osservazioni su una determinata patologia. D’altro canto, purtroppo, uno cerca di prenotare la visita di controllo con l’impegnativa, ma i tempi di attesa del SSN sono lunghissimi, a volte anche di un anno o più, quindi è costretto a ricorrere alle visite private con aggravio di costi.”
     “Dal mio punto di vista per fare una buona prevenzione è importante l’educazione del paziente all’ascolto del proprio corpo: per esempio, la donna si deve abituare fin da giovanissima a fare l’auto-palpazione del seno per scoprire immediatamente se c’è qualcosa che non va. Non abusare del fumo e dei superalcolici, tenere un comportamento sessuale corretto, seguire una dieta alimentare corretta, ricca di frutta e vegetali, sono tutte buone abitudini che possiamo osservare per tenere lontano non solo le malattie di tipo oncologico, ma anche malattie cardiovascolari, diabete e colesterolo.”
     Il day hospital oncologico è un luogo particolarmente frequentato da pazienti, ma anche dai tanti, forse troppi, familiari che li accompagnano. Quanto influiscono queste persone, sia in senso positivo quanto in senso negativo, sulla vostra quotidianità?
     “Innanzitutto, il paziente che accede al day hospital è una persona che sta ‘abbastanza’ bene, non ha al momento gravi impedimenti che possano limitare la propria autonomia, altrimenti sarebbe un paziente che andrebbe curato in

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Intervista, Dottoressa, Cristina, Teragni, Oncologo, FSM, Fondazione Salvatore Maugeri, Tumore, Mammella, Statistiche, Guarigione