In fondo, allora, c’era fiducia. Si avevano delle prospettive per il futuro, si sperava e si credeva che sarebbero arrivati tempi migliori. Era una questione di tempo, bisognava resistere e aspettare. C’era anche magari una certa dose di beata ignoranza, nell’eccezione buona del termine, che favoriva questo sentimento comune. La natura però era favorevole. Quel bambino invece… ha solo due anni e già si ritrova colmo di problemi fino alla testa. Respira innanzitutto un’aria che ormai definire inquinata è dir poco. Mangia un cibo che ha perso nel tempo, a causa dell’uomo, quasi il 70% del suo potere nutritivo e che negli anni gli porterà sicuramente delle malattie o delle allergie dovute alle carenze di vitamine, sali minerali, nutrienti e quant’altro, necessari per il nostro organismo. I suoi genitori devono fare i conti con una crisi economica che stenta a lasciarci e di cui, qualcuno dice, non è ancora arrivato il peggio. Magari uno di loro è già pure rimasto senza lavoro.
La nostra penisola è stata invasa, e continuerà ad esserlo perché ormai ciclicamente è così da anni, da extracomunitari, a volte uomini e donne disperati in fuga alla ricerca della sacrosanta felicità, troppo spesso invece furboni delinquenti dediti alla criminalità. Tra un decennio questo bimbetto potrebbe sentirsi straniero in casa propria.
La natura si sta ribellando e l’ultimo esempio solo in ordine cronologico è il tremendo terremoto che ha colpito il Giappone ed il suo conseguente tsunami. Oggi è una bellissima giornata di inizio primavera, chissà, magari anche questo bimbetto ora sarà in un giardino a giocare e godersi l’arietta fresca… sì, sotto la minaccia della nube radioattiva che proprio oggi è arrivata sull’Europa e sull’Italia. “Non è pericolosa per la salute umana”, è stato dichiarato, “ha un livello radioattivo dalle 100 alle 10.000 volte più basso rispetto alla nube di Cernobyl.” E perché questo dovrebbe farci stare più tranquilli? E poi, anche qui, ci sarebbe da discuterne: 100 volte o 10.000? E in base a cosa un valore piuttosto che l’altro? C’è una bella differenza tra 100 e 10.000! Purtroppo questo bimbetto, e tutti noi, ci accorgeremo solo con il tempo se questa nube ci avrà danneggiato o meno e magari non riusciremo mai a sapere quanto. Che poi… si sta a guardare alla nube e i giornali e i telegiornali piazzano la notizia allarmistica in prima pagina quando la sottoscritta ha scoperto solo ieri di lavorare da ben dodici anni a meno di 2 metri da una stampante di cui, è stato dimostrato, le polveri sono altamente cancerogene… e come me magari anche la mamma del bimbo in questione.
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