prova la pressione di giorno, mentre la sera solo ogni mezz’ora. Ci ho fatto presto l’abitudine.
     Tornata in camera finalmente riesco a fare un riposino. Diciamo che sono un po’ provata, poi, nel primo pomeriggio, ultima tappa in radiologia. È necessario verificare se l’installazione del port è stata effettuata a regola d’arte prima di utilizzarlo. Potrebbe accadere infatti che ci sia un distaccamento pneumotoracico, non ho capito bene per quale motivo. “È raro”, sostiene la dottoressa, “ma è una eventualità”. Nel mio caso tutto a posto, per fortuna.
     Raggiunto il letto non mi resta che attendere la mia prima somministrazione di chemioterapia. Il port mi fa un po’ tribolare, mi fa male, nel mio caso è normale e quindi, quando la dottoressa ha iniziato a lavorarci sopra per mettere il tubo per le flebo, ho patito un po’ di dolore, ma dovrebbe essere solo per oggi, poi sentirò più nulla. Quattro flebo e via, la guerra è iniziata. Nessun effetto collaterale per oggi; positivo, speriamo che sia così anche domani, dopo la seconda battaglia.
     Onestamente ho pensato che potesse essere una passeggiata da qui in poi… Oggi, venerdì, la somministrazione di flebo, tra soluzioni di vario tipo, cisplatino (il farmaco chemioterapico più brutto) e fisiologica, è durata dalle 11:00 alle 19:00. All’inizio, con le mie riviste, mi è anche passata, poi mi sono trasferita sul letto per lavorare un po’ con il computer. Nel frattempo è arrivato, nel primo pomeriggio, anche il mio compagno, il mio sollievo, ma verso sera non ce la facevo più. Un po’ perché, ovunque andassi, mi dovevo trascinare questo “servo muto” a rotelle delle flebo, quindi, sostanzialmente, non mi son potuta muovere per tutto il giorno. Inoltre, la sera, cominciavo ad avere i primi sintomi di vomito da liquidi. Chiaramente ho urinato tutto il giorno, superando la soglia dei due litri, fondamentale per evitare altri due litri di fisiologica… insomma, al mattino seguente avevo raggiunto i cinque litri di raccolta, ottimo, però lo stomaco… sì, il mio punto debole, si sa, è lo stomaco. Ho cominciato a sentirmelo piuttosto sotto sopra ed ho iniziato ad avere difficoltà con il cibo, non tanto in relazione al desiderio di mangiare, piuttosto si tratta di una questione di nausea e di far stare giù il cibo e di digerirlo pure. Se è troppo vuoto mi fa male, sto bene dopo aver mangiato, ma in ospedale si mangia ad orari stabiliti, mentre per me sarebbe l’ideale poter mangiare poca roba ogni qualche ora.
     L’acqua diviene presto la mia nemica. Inizio con il non riuscire a bere quella dell’ospedale e poi nemmeno la mia Norda, che mi piace come gusto, ma “mi si agita nello stomaco” per diverso tempo quando la bevo. Per fortuna che il mio grande amore si è informato sui rimedi adottati da chi si trova nel vortice dei

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