diversi, non si otterrà mai nulla. Naturalmente anche il problema vivisezione è ampiamente trattato nel libro. Il secondo passo, fondamentale, è quello di creare più informazione possibile, attraverso volantini, opuscoli, trattati scientifici altamente attendibili, e ce ne sono; basti pensare all'attività del dott. Stefano Cagno, uno dei più preparati ed attivi medici antivivisezionisti italiani (LIMAV). Naturalmente l'informazione deve raggiungere tutti, ma forse soprattutto i colleghi, che spesso sono disinformati al riguardo e sono stati abituati a considerare gli “animali non umani” - sia per educazione che per formazione - come oggetti animati invece che come esseri viventi, senzienti. E' fondamentale inoltre proporre, soprattutto ai giovani, l'idea dell'obiezione di coscienza, ossia la possibilità di scegliere, di conoscere le mille nuove opportunità che la tecnologia propone, i mille metodi alternativi di ricerca, pienamente esistenti ed adottati già con successo in alcuni Centri sia italiani, che della Gran Bretagna, spesso invece abilmente nascosti. Un esempio per tutti è rappresentato dalla famosa “Fondazione Grigioni” di Milano per la ricerca sul Parkinson, all'avanguardia in tutti i sensi.
     Dopo aver letto il tuo libro, cosa può fare una persona comune per lottare contro questo massacro, per cambiare le cose?
     Non ci sono “persone comuni”, concedimi l'espressione, in quanto ognuno di noi è unico e speciale e può portare un proprio prezioso contributo: un primo passo sicuramente utile è collegarsi ai siti delle varie associazioni. Personalmente consiglio l'OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali), alla quale mi sono rivolta dopo tante delusioni; naturalmente questo non vuol dire che non esistano altre Associazioni serie. È solo che quest'ultima ha sicuramente carattere più risolutivo; si tratta infatti di un'Associazione che cerca di risolvere sia i grandi problemi, anche a livello governativo con vari interventi, inviando anche i propri delegati sul luogo per mesi. Basti pensare alla strage canina e felina avvenuta in Ucraina in vista degli Europei di Calcio in questi ultimi due anni: sono state prese numerose iniziative in proposito, in primo luogo i delegati che combattevano, nel senso letterale del termine, a fianco della popolazione locale, che veniva anche maltrattata se mostrava di aiutare i randagi; si è arrivati più volte infatti anche allo scontro fisico con le autorità stesse che sparavano o malmenavano i cittadini inermi; poi gli importanti incontri con le autorità locali stesse. Inoltre, per chiunque voglia, come ad esempio avveniva quest'estate per il massacro in Ucraina, è possibile

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