incontra e si prendono insieme decisioni per migliorare, implementare gli approcci diagnostici alla malattia e i metodi di cura.”
     “La struttura dell’associazione è abbastanza lineare. Esiste un direttivo nazionale, composto da presidente effettivo, presidente eletto, segretario e dal tesoriere, chiamato anche giunta esecutiva, che in caso di urgenza può deliberare in autonomia. Tutte le delibere devono però poi essere ratificate dal direttivo, composto dalla giunta esecutiva più altri otto consiglieri nazionali. Dopodiché, AIOM ha dei consigli regionali, i quali permettono la copertura capillare del territorio: ogni regione ha un coordinatore, non presidente, regionale, un segretario regionale e un tesoriere regionale, più un consigliere per ogni provincia della regione.”
     “Uno dei compiti di AIOM è quello di creare le linee guida in campo dell’oncologia medica. A questi percorsi poi si attengono i medici per la cura dei pazienti. L’associazione ha inoltre il compito di redigere il famoso ‘Libro Bianco’, un volume che raggruppa tutto il mondo dell’oncologia medica in Italia: i servizi che ci sono, le radioterapie, le divisioni di oncologia medica, i laboratori di sperimentazione.”
     Tramite le associazioni come AIOM i medici condividono esperienze, idee e risultati in campo oncologico, per aiutare la ricerca a trovare migliori cure per la malattia. Tutto questo, all’atto pratico, si traduce in quali benefici per i pazienti?
     “Indubbiamente, il miglioramento della qualità della cura della malattia, ottimizzando quindi la qualità della vita del paziente; le due cose sono consequenziali. AIOM ha sempre a cuore la salute del paziente e negli ultimi anni devo dire che è migliorato molto anche il rapporto medico-paziente… in passato c’erano medici molto in gamba, preparati, ma che avevano un rapporto distaccato, freddo con il paziente, sul modello dell’oncologo statunitense, che ti comunica in modo freddo e distaccato che cos’hai, quali sono le cure da fare, quali le percentuali di guarigione ecc. Questo può andare bene in una cultura anglosassone, ma in una cultura latina come la nostra non va bene, c’è bisogno di maggiore empatia con il paziente.”
     Mentre ASFO, l’altra associazione che lei segue (Associazione per lo Studio e la Formazione in Oncologia e epatologia), qual è la sua funzione e quali progetti sta seguendo attualmente?
     “È una onlus che si occupa principalmente di tumori epatici, sia primitivi, come l’epatocarcinoma, sia secondari, derivati da mammella, pancreas, stomaco. L’ASFO è una associazione senza fini di lucro e ha come obiettivo la prevenzione

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