tutti gli onori e dove s'innamora di una schiava da cui avrà il figlio Icaro.
Ma chi era veramente Minosse? Secondo gli storici e gli studiosi delle religioni comparate, il nome “Minos” non era quello di un personaggio particolare, ma il generico appellativo dei sovrani che per secoli ressero la potenza cretese. Esattamente come il termine Faraone per i sovrani egizi. L'etimologia del nome è affascinante. Analoga, secondo René Guénon, a quella indoariana di “Manu”, a quella egizia di “Menes” e a quella celtica di “Menw”, essa indica in ogni caso la figura mitica del legislatore universale, che è anche giudice supremo dei vivi e dei morti. Minosse era il re-sacerdote e il modello supremo di tutti i sapienti. Aveva ricevuto il dono della saggezza divina da suo padre Zeus, il sovrano di tutti gli dèi. Sua madre era, invece, una donna mortale, una principessa fenicia di nome Europa e le cose erano andate così: quand'era giovinetta, Europa amava giocare con le sue compagne sulla spiaggia di Sidone. Dall'alto del cielo, Zeus l'aveva adocchiata, se n'era innamorato, e per conquistarla le era apparso nelle sembianze di un candido toro emerso dalle onde del mare. Poi l'aveva rapita e trasportata in groppa fino a Creta, sua patria natale, dove all'ombra di un platano l'aveva posseduta e messa incinta di tre gemelli: Minosse, Radamanto e Sarpedone. Dopo la nascita dei marmocchi, il dio, che per ragioni di rango non poteva sposare una donna mortale, aveva avuto il buon senso di dare in sposa la bella Europa al re cretese Asterione, che ben volentieri aveva accettato di diventare il padre adottivo di quei figlioli semidivini. Quando poi i tre ragazzi divennero uomini e si pose fatalmente il problema della successione al trono, Minosse, il predestinato al regno, disse un giorno ai suoi fratelli: “Io vi darò un segno chiaro della mia divina missione: farò emergere un toro dalle onde del mare.” Così infatti avvenne e Minosse ottenne il regno dell'isola senza colpo ferire, ma commise un errore, perché non ebbe il coraggio di sacrificare a Poseidone, come avrebbe dovuto, il bellissimo toro uscito dal mare. Per questo motivo ebbero inizio i suoi guai.
Il resto della storia è famoso e piuttosto raccapricciante: Pasife, la moglie di Minosse, concepisce una violenta passione per il toro venuto dal mare, ma non sa come fare ad accoppiarsi con lui; Dedalo l'aiuta fabbricando per lei una vacca di legno perfettamente identica a un animale vero, ma internamente vuota; la regina s'introduce nel marchingegno e il toro si unisce a lei e la feconda; dall'unione fuori natura nasce una creatura mostruosa, il Minotauro, che dai piedi alle spalle è uomo ed è toro nel collo e nella testa. Inorridito, Minosse chiede a Dedalo di costruire una prigione inaccessibile in cui rinchiudere il mostro, allora Dedalo inventa il Labirinto, un palazzo grandissimo, edificato su vari livelli e costituito da un intreccio fittissimo e inestricabile di stanze e